Bianca Berlinguer si lamenta e lesecutivo Usigrai fa partire lo sciopero. A cui, naturalmente, lassemblea dei giornalisti del Tg3 partecipa con entusiasmo. Galeotti i tagli alle testate dei telegiornali e a chi li scrisse (leggi il direttore generale Lorenza Lei) che secondo la direttrice dellex Telekabul penalizzerebbero troppo la sua redazione. «I tagli annunciati dalla Rai per il Tg3 - dicono i cronisti della Berlinguer - sono inaccettabili perché privi di proporzione ed equilibrio a fronte di un budget già basso, la cui ulteriore decurtazione rischia di mettere in discussione la possibilità di continuare a fare uninformazione degna della definizione di servizio pubblico».
LUsigrai ovviamente la butta in caciara, dice che si sta «confrontando con un gruppo dirigente, che un po continua a governare con tagli indiscriminati delle sedi di corrispondenza e ai budget delle testate, un po non è in grado di farlo, tanto da tenere bloccati i piani editoriali di Tg1 e Tgr. Per non parlare della radio che da anni è senza un sistema di rilevazione degli ascolti e naviga alla cieca, o del progetto dello sport, già contestato dalla redazione con uno sciopero e del processo di digitalizzazione al palo da anni». Il Cdr del Tg3 rincara la dose: «Un Cda scaduto non può penalizzare ancor di più la nostra testata». Già, perché sullo sfondo cè il problema della governance: «Neutralizzare in parte gli effetti perversi della legge Gasparri con una riforma dello Statuto Rai è meglio che subire passivamente la dannosa legge in vigore.
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