Non che questo li giustifichi, ma le sgangherate dichiarazioni di Livia Turco, del dipietrino Massimo Donadi e delle altre a seguire sono di natura meccanica. Il cervello non c’entra. C’entra invece un corto circuito intellettuale che rinscimunisce e che scatta ogni qual volta Silvio Berlusconi parla o fa.
«La riduzione degli extracomunitari clandestini significa meno forze che ingrossano la criminalità», queste le parole del premier a Reggio Calabria. Chiaro come il sole: extracomunitari clandestini. Ma Turco e Donadi (e gli altri a seguire), vittime di quel clic, di quel corto circuito, hanno lavorato di bianchetto, fatto sparire «clandestini» e, agitando il solo «extracomunitari», si sono esibiti nel solito, trito e macchiettistico attacco al Cavaliere.
«Trovo volgare - dice Turco - l’equazione fatta da Berlusconi su immigrazione e criminalità», così denunciando forti carenze in matematica se non proprio in comprendonio, essendoci una qualche differenza fra immigrazione e immigrazione clandestina. Ma da una Turco sotto stress antiberlusconiano non ci si poteva aspettare altro. Caso mai il problema è del Partito democratico che, distinguendosi sempre per discernimento nelle nomine, pur sapendo che non ha ancora capito la differenza fra regolari e clandestini, l’ha voluta responsabile per i problemi dell'immigrazione. In quanto a Donadi, bisogna aver pazienza: non solo è soggetto ai clic intellettuali, ma deve mantenere alto il bercio dipietrista-manettaro, sennò il boss lo caccia. E dunque ha sparato là, senza troppo affaticare il cervello, che «Berlusconi mente due volte sull'immigrazione». Peccato che Berlusconi non avesse parlato di generica immigrazione, ma di immigrazione clandestina, distinzione ovviamente non voluta cogliere dal ben tosto Donadi, ciò che lo ha mandato «a ciapar bisi par fave», per dirla nella sua parlata veneta.
A farla fuori dal vaso è stata anche - ma questa non è una novità - la Caritas-Migrantes, che a commento delle dichiarazioni di Berlusconi ha voluto precisare che «la criminalità degli immigrati regolari in Italia è solo leggermente più alta di quella degli italiani».
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, dice il proverbio. Però c'è qualcosa ancor peggiore: le Turco, i Donadi, le Caritas che sentendoci benissimo giocano poi sporco.
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