Cronaca locale

Ticket, Milano ha 539 euro di tasse più di Londra

Il trapasso dell’auto in Italia costa più di 450 euro In Inghilterra è gratis

Milano come Londra, l’Ecopass come la congestion charge. Da quando si è acceso il dibattito sul ticket d’ingresso, i paragoni con la capitale inglese - capostipite nella lotta al «liberiamo il centrocittà dalle auto» - sono sempre stati all’ordine del giorno. Nelle intenzioni del sindaco Moratti, l’Ecopass, la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo mese di gennaio, costerà ai milanesi e non dai 2 ai 10 euro a seconda del potere inquinante della propria autovettura.
Ora, quello che viene da chiedersi: è corretto domandare ai milanesi altri soldi per circolare nella propria città? O meglio, il popolo degli automobilisti non contribuisce già in maniera cospicua a riempire le casse dello Stato e delle amministrazioni locali? A trovare risposta alle nostre domande, ci aiuta un’inchiesta del mensile Quattroruote che ha confrontato le tasse e i costi che deve affrontare il proprietario di una Mini «Cooper» a Milano e a Londra. Con risultati significativi: a Londra il ticket d’ingresso costa - seppur di poco - più che a Milano, ma le spese per mantenere un’auto da noi sono nettamente superiori: 785,70 euro a 246,50. Leggere per credere.
Innanzitutto serve spiegare come funziona la cosiddetta congestion charge londinese. Dal febbraio 2003, chiunque voglia accedere al centro storico di Londra, deve sborsare ingenti somme di denaro. Dalle 5 sterline iniziali si è passati in poco tempo alle 8 sterline attuali, poco meno di 12 euro. È stato lasciato «libero» solamente un corridoio che permette a chiunque di attraversare da nord a sud (e viceversa) il centro, senza incorrere nella tassa. E delle tanto chiacchierate esenzioni per le autovetture meno inquinanti nessuna traccia. Nessuna scappatoia per euro 4 o filtri antiparticolato: tutti devono pagare, persino i veicoli a carburante alternativo contribuiscono - seppur in maniera ridotta - a rimpinguare le casse comunali in riva al Tamigi. Anzi, dal prossimo ottobre il primo cittadino Ken Livingstone vorrebbe innalzare - e non di poco - la tassa per i Suv, i fuoristrada che a Londra hanno malignamente ribattezzato Chelsea tractors, i trattori di Chelsea: 25 sterline al giorno. Mentre l’idea di abolire la tassa per i veicoli meno inquinanti è malvista dagli ambientalisti, che prevedono un centro storico anche più intasato di quanto non fosse nel periodo pre-congestion charge.
Ora i confronti con l’Italia, partendo dall’Iva di acquisto: 20% da noi, 17,5% in Inghilterra. Uno a zero per Londra. Quindi il bollo che in Lombardia per una Mini (euro 4) è di 227,04 euro, mentre oltremanica è di 171,50 euro. Raddoppio della capitale inglese. Infine il trapasso: in Italia costa 493,96 euro mentre in Inghilterra è completamente gratuito. Cappotto. Milano riesce a segnare un punticino solamente al momento della revisione periodica: al signor Brambilla il check-up dell’auto costa 64,70 euro, mentre mister Smith è costretto a «scucirne» ben 75. Il risultato è una differenza in favore dei londinesi di ben 539,20 euro. Il tutto senza uscire dai confini metropolitani. Perché non appena da Milano si imbocca un’autostrada, il pedaggio costa dai 5 ai 6 centesimi di euro a chilometro, mentre in Inghilterra - tranne per un breve tratto nei dintorni di Birmingham - le autostrade sono completamente gratuite.


E, come se non bastasse, ad attendere il signor Brambilla al suo arrivo ai piedi della Madonnina, c’è un ultimo salasso: parcheggiare a pagamento sulle strisce blu costa fino a 1,50 euro all’ora, ancor peggio se ci si inoltra in un autosilo: per lasciare l’autovettura nelle vicinanze del centro in un garage custodito si devono sborsare fino a 5 euro all’ora.

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