Tifosi scarcerati: un coro unanime di rabbia e sdegno

Protestano i sindacati degli agenti e dei funzionari di polizia: «Inutili i nostri sforzi»

Sdegno e rabbia in seguito alla repentina scarcerazione dall’arresto (neanche 24 ore) dei cinque tifosi fermati per le violenze in occasione di Roma-Napoli. Una decisione difficile da mandar giù. A tal proposito Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza del Comune, preannuncia la convocazione di un incontro fissato per la prossima settimana, al quale parteciperanno anche i dirigenti di Trambus, azienda che ha subìto sui mezzi utilizzati per trasportare gli ultrà a Termini (e viceversa) circa 60mila euro di danni. «Stiamo inoltre lavorando a stretto contatto con la prefettura - aggiunge Santori - al fine di evitare che tali fatti possano nuovamente accadere».
Secondo il sindacato di polizia Consap, invece, «la scarcerazione di quei delinquenti fa emergere un dato allarmante: queste persone che si nascondono dietro l’etichetta di tifosi altro non sono che teppisti. Anche se arrestati in flagranza di reato, dopo poche ore tornano in libertà in barba alla tanto sbandierata certezza della pena». «Poco importa se hanno causato danni ingenti, è intollerabile che attorno al calcio possa vigere un clima di impunità», dice il segretario provinciale Giulio Incoronato.
Per Enzo Maria Letizia, segretario dell’Anfp (funzionari di polizia) «questa scarcerazione fa passare il messaggio che i teppisti, anche se acciuffati in flagranza, godono della certezza di non scontare la pena. Ciò dimostra alternativamente due cose: o l’attuale legislazione in materia è del tutto carente o è inadeguata la sua applicazione. Dunque, il governo intervenga in sede legislativa, approfittando dei vari disegni di legge all’esame del Parlamento».
Infine per Luigi Camilloni, presidente dell’Osservatorio sociale «la scarcerazione dei teppisti responsabili degli scontri di domenica meriterebbe l’invio degli ispettori del ministero, ma soprattutto è sull’intera vicenda che dovrebbe essere fatta piena luce».

«Ma è mai possibile - chiude - che dopo sette anni dall’ultimo incontro Roma-Napoli, quando si è autorizzata la trasferta, non si è pensato a mettere in cantiere possibili incidenti organizzati, visto i pessimi rapporti tra le due tifoserie?».

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