Economia

Tir, il governo in moto per scongiurare il fermo

da Roma

Agli autotrasportatori in sofferenza per il caro-gasolio, il governo risponde con un taglio dei pedaggi autostradali. Ma la misura viene interpretata dai rappresentanti del settore come un palliativo e il fermo indetto dal 30 giugno al 4 luglio è per ora confermato. Ma ci sono margini di trattativa per evitare quanto sta accadendo nel resto d’Europa con due camionisti investiti e uccisi durante picchettaggi in Spagna e Portogallo.
Ieri il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ha firmato la direttiva che consente la spendibilità delle risorse messe a disposizione nel bilancio dello Stato di quest’anno per la riduzione compensata dei pedaggi autostradali e per interventi a favore della sicurezza della circolazione. Si tratta di 107 milioni di euro, dei quali il 90% è destinato alla riduzione dei pedaggi e, quindi, è direttamente rivolto alle imprese di autotrasporto.
Dal beneficio sono esclusi i mezzi pesanti maggiormente inquinanti, gli Euro 0 e gli Euro 1, mentre sono premiati quelli a minor impatto ambientale, con una graduazione degli sconti che privilegia i veicoli Euro 4 ed Euro 5. Il ministero ha inoltre reso nota l’intenzione di ripristinare le risorse per l’«ecobonus», il rimborso parziale del biglietto per gli autotrasportatori che scelgono i traghetti anziché le autostrade.
«Si tratta di primi provvedimenti che mirano a dare un aiuto agli autotrasportatori la cui attività è penalizzata dai rincari del prezzo dei carburanti», ha commentato il ministro Matteoli. Ma Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto, non è della stessa opinione. «La direttiva sui pedaggi autostradali firmata dal ministro - ha dichiarato - non aggiunge nulla in termini di risorse rispetto a quanto già stanziato con la Finanziaria 2008». La categoria, infatti, punta o ottenere «la spendibilità delle risorse già stanziate per corrispondere le riduzioni sui pedaggi effettuati nell’anno 2006», ma per questa misura occorre una variazione di cassa, di competenza del ministero dell’Economia.
«Ci auguriamo – ha concluso Russo – che si scelga la strada dell’operatività concreta, unico strumento per evitare il fermo dei servizi stabilito per il 30 giugno». E anche le coop sono sul piede di guerra. «Non ci sono le condizioni per rivedere la nostra decisione», ha comunicato il Coordinamento cooperativo per il Trasporto e la Logistica dopo l’incontro di lunedì sera tra governo e parti sociali apprezzando la disponibilità del ministro ma stigmatizzando la carenza di risposte.
In realtà, ci sono i margini per ricomporre la vertenza. E l’istituzione di un tavolo permanente di confronto presso il dicastero di via Nomentana può influire positivamente. In particolare gli autotrasportatori ritengono prioritari una riduzione delle accise sul gasolio entro i limiti fissati dalla Ue e il varo di una norma per il recupero automatico della variazione del prezzo del carburante.


Ovviamente l’esecutivo dovrà confrontarsi in sede comunitaria nel prossimo Consiglio europeo dei ministri dei Trasporti previsto per venerdì prossimo. Poi, si dovranno accelerare i tempi per varare un provvedimento prima che lo spettro del fermo si concretizzi con tutto ciò che ne consegue: scaffali dei supermarket vuoti, pompe di benzina chiuse e blocchi stradali.

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