Togliamo agli spioni le armi per infamare politica e democrazia

Governo e opposizione, messi sotto scacco dalla tirannia delle intercettazioni, si uniscano per fermare la gogna

Togliamo agli spioni 
le armi per infamare 
politica e democrazia

Quando lo Stato s’impiccia di quel che fanno e di che cosa si dicono tra di loro i cittadini, i cittadini diven­tano sudditi e lo Stato una tirannia. Quando la segretezza delle comu­nicazioni private è sistematica­mente violata e la loro registrazio­ne è pubblicata dai giornali e tra­smessa da radio e tv, il potere pubblico limita­to per legge, quello li­berale, si trasforma in potere totalitario. Non c’è obbligo di azione penale che possa mini­mamente giustificare il romanzo a puntate degli origliamenti che in Italia, e solo in Italia, si scrive e si pubblica ogni giorno.

Decine di migliaia di pagine di in­famia, prive di attinen­za con le indagini che solo in apparenza le giustificano, snaturano la politica e la democra­zia, ci fanno regredire alla fase pri­mitiva della soggezione totale a un soggetto che ci sovrasta imperso­nalmente e ci incute timore e tre­more nella forma sempre più diffu­sa dell’intrusività tecnologica. Se non si blocca questo meccanismo, tutto il resto è inutile: votare e auto­governarsi diventano, in un regi­me senza privacy, parole vuote. Una santa alleanza di governo, op­posizione e poteri neutri dovrebbe prendere atto di questo fatto e provvedere subito. La questione non riguarda affatto la sola maggioranza di governo. Chi ha impedito alle cooperative di sinistra di «avere una banca»? Le intercetta­zioni. Chi ha stroncato la carriera poli­tica del leader forte del centrosini­stra, Massimo D’Alema?Le intercetta­zioni. Chi fece cadere il malandato go­verno dell’Unione presieduto da Ro­mano Prodi? Le intercettazioni.

Chi favorisce l’ondata di delegittimazio­ne di tutta la politica e la vittoria degli outsider più demagogici, in aperto contrasto con la necessità di costrui­re una coalizione alternativa di gover­no? Le intercettazioni. Ma c’è altro. Dov’è che avviene la saldatura tra il partito combattente dei magistrati, che lavora per la pro­pria influenza politica e tutela corpo­rativa, e il partito mediatico che gover­na di fatto la televisione e i giornali? Nella pratica delle intercettazioni e nel loro abuso pubblico. Su che cosa si fondano le incursioni disgustose della pornopolitica e le ondate di fal­so puritanesimo che puntano a un im­pudico governo delle virtù o dei mi­gliori innalzato sulle forche spionisti­che, sulla fine del pudore? Sulle inter­cettazioni. L’origliamento abusivo travestito da azione legale, con la pubblicazio­ne spensierata sui giornali o la tra­smissione via etere di conversazioni private: questo è l’alfa e l’omèga del feroce attacco alla politica e alla de­mocrazia iniziatosi sotto la Repubbli­ca dei partiti e proseguito da quasi vent’anni sotto il segno della Repub­blica delle procure.

La Costituzione impone la tutela della segretezza del­le comunicazioni, salvo eccezioni precise e penalmente legittimate, e l’offensiva del partito politicamente irresponsabile si dispiega in aperta violazione della Carta. Nel segreto, pensavano i costituenti, il cittadino realizza la propria libertà privata, di cui può fare un uso legale o un uso criminale, ma quel che conta è la sua libertà, che solo sotto condizioni cer­te di legge si può limitare. Lo stesso ragionamento che aveva indotto i pa­dri costituenti, i quali sapevano benis­simo che delle immunità parlamenta­ri si poteva fare un uso improprio e perfino aberrante, a stabilire comun­que con l’articolo 68 della Costituzio­ne, abrogato nell’anno del Terrore giustizialista, che per mettere sotto scacco penalmente un membro delle Camere occorreva la loro autorizza­zione. Gli origliamenti di Stato hanno so­stituito i pentiti e i delatori di Stato che disintegrarono la Repubblica dei partiti con accuse di corruzione e di mafia propalate dai professionisti del­la forca.

Corruzione e mafia c’erano e ci sono. Il punto è che la lotta contro la corruzione e la mafia si è trasforma­ta in un’arma politica impropria, in decimazione del sistema rappresen­tativo, in gogna che travolge persone e funzioni a prescindere dagli esiti del­le indagini e dei processi, che si fanno prima del dibattimento con la deten­zione preventiva e la gogna preventi­va al cospetto dell’opinione pubbli­ca.

In nessuna parte del mondo gli ori­gliamenti di Stato e la loro diffusione selvaggia hanno la funzione politica rivestita in Italia dalle ondate succes­sive di intercettazioni. Se governo, op­posizione e poteri neutri non saran­no in grado di troncare il fenomeno, è meglio che se ne vadano tutti a casa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica