Tommaso di Hereford

Figlio del barone di Cantelupe, siniscalco reale, e della vedova normanna del conte di Evreux, nacque ad Hambledon e studiò a Oxford e Parigi. Presi gli ordini sacri, divenne cancelliere a Oxford. Fu tra i baroni ribelli a Enrico III e incaricato di sollecitare una mediazione del re francese s. Luigi IX. Il tentativo fallì, i ribelli sconfissero Enrico a Lewes nel 1265 e fecero di Tommaso il loro Gran Cancelliere. Ma il re nello stesso anno li battè sul campo e Tommaso dovette riparare a Parigi. Potè tornare a Oxford solo nel 1273, dopo la riconciliazione. Due anni dopo venne fatto vescovo di Hereford, sede che era già stata di suo zio Walter. Vescovo energico e profondamente giusto, recuperò tutti i beni di cui la diocesi era stata spogliata, scomunicò e destituì gli indegni, ripristinò la disciplina ecclesiastica. Il re Edoardo I lo volle membro del consiglio reale e, nel 1279, reggente nel corso di una sua assenza. Nel 1282, entrato in contrasto col primate di Canterbury, John Pecham, fu costretto a portarsi a Roma per sottoporre la delicata questione al papa Martino IV. Si trattava di diritti di giurisdizione e di appello, ma la cosa trascese e costò all’Hereford una scomunica da parte del Pecham. Il papa lo ricevette a Orvieto con tutti gli onori, ma subito l’inglese si ammalò seriamente. Fu portato per le cure nell’abbazia di Montefiascone, dove però tutto fu inutile perché morì dopo poche settimane.

Nel 1287 il suo corpo fu riportato a Hereford e subito sulla sua tomba cominciarono i miracoli, tanto che quel luogo divenne uno dei pellegrinaggi più affollati.

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