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IL TOP DEI FLOP

Se John Carter vantava, fino a ieri, la palma del film più travagliato della storia del cinema, adesso rischia di diventare anche il flop più clamoroso registrato al botteghino dalla Settima Arte. Tanto che la stessa Disney è stata costretta a prenderne le distanze, dopo poco più di un mese di distribuzione, ipotizzando una perdita finale di 200 milioni di dollari (avete letto bene) che finirà oltretutto per pesare sui conti della casa di Topolino. Una pressione che ha avuto effetti anche in Borsa e che dovrebbe portare la divisione cinematografica a registrare perdite operative tra gli 80 e i 120 milioni di dollari nel secondo trimestre fiscale.
Strano e, soprattutto, amaro destino per una saga che ha influenzato in maniera considerevole molte opere di fantascienza, da Star Wars ad Avatar. E pensare che per vederlo sul grande schermo abbiamo dovuto aspettare più di ottant’anni. Era dal 1931, infatti, anno nel quale Bob Clampett (il film-maker dei Looney Tunes) provò a tradurlo in un film d’animazione (idea accantonata dopo la reazione negativa del pubblico durante i test di proiezione) che si studiava un progetto di realizzazione di Sotto le lune di Marte (pubblicato nel 1912), il primo libro del ciclo marziano o ciclo di Barsoom che Edgar Rice Burroughs pubblicò (poco prima di Tarzan) non con il proprio nome ma con lo pseudonimo di Norman Bean, tanto era incerto sull’efficacia del suo personaggio. Quasi un presentimento del destino poco glorioso del suo soldato sudista proiettato su Marte (dove diventerà un grande eroe) consumatosi un secolo più tardi.
Eppure, i presupposti c’erano tutti per ottenere un ritorno soddisfacente in termini di incassi. La scelta alla regia di Andrew Stanton (quello di Alla ricerca di Nemo e, soprattuto, di Wall-e per cui ha vinto l’Oscar), un 3D finalmente adatto ad un film d’azione, un utilizzo perfetto della tecnica della motion capture (che trasforma gli attori in protagonisti digitali), due attori convincenti (Taylor Kitsch e, soprattutto, Lynn Collins). Nonostante questi ingredienti, invece, il pubblico ha «disertato» le sale dimostrando che il cinema non è mai una scienza esatta. Tanto da costringere la Disney, in una nota, a dichiarare, con onestà che le va riconosciuta, che John Carter ha portato sì a circa 184 milioni di dollari in biglietti venduti finora in tutto il mondo ma con un ricavo da dividere a metà con i proprietari dei cinema. Tenendo conto che il budget di produzione del film è stimato sui 250 milioni di dollari con circa 100 milioni in più spesi in marketing si capisce del perché di questi conti in rosso. Il film avrebbe dovuto incassare almeno 600 milioni per andare in pari ma con questo andazzo pare probabile che l’asticella si fermerà ad una perdita di 200 milioni di dollari (sarebbe il massimo storico per una pellicola) anche se le vendite dell’homevideo o dell’on demand potrebbero limitare i danni.
La magra consolazione è che John Carter si trova in buona compagnia. Come non ricordare I cancelli del cielo di Michael Cimino del 1980: un flop che portò al fallimento della United Artists. Anche se ogni classifica va ponderata per i criteri con la quale viene stilata (tenendo conto ad esempio anche dell’inflazione), tra i disastri cinematografici degli ultimi anni rientrino a pieno diritto pellicole come Corsari (datato 1995) con Geena Davis (96,5 milioni di dollari di perdita), Alamo - gli ultimi eroi (2004) con Dennis Quaid (-119,2 milioni), Pluto Nash (2002) con Eddie Murphy (-113 di disavanzo), l’avventuroso Sahara (2005) interpretato da Penélope Cruz (rosso di 121,7 milioni di dollari), Amori in città e tradimenti in campagna (2001) con Warren Beatty (disavanzo di 94,6 milioni) e, sempre dalle parti Disney, il cartoon Milo su Marte dello scorso anno che ha avuto un deficit sui 136 milioni di dollari.


Ora, Rich Ross, numero uno dei Walt Disney Studios, che aveva promesso solo profitti per il gruppo, dovrà stare attento a non sbagliare la prossima mossa (anche se la scelta di John Carter è precedente al suo arrivo) che si tradurrà nell’atteso The Avengers (arriva il 25 aprile), della sua controllata Marvel, film che riunirà molti supereroi.

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