Il tormentone dei tormentoni. Così nascono i nuovi divi pop

Con "Andiamo a comandare" il ventiduenne è il re dell'estate. Un brano surreale. Esploso con la sola forza del web

Il tormentone dei tormentoni. Così nascono i nuovi divi pop

Una volta i tormentoni esprimevano sogni. Ora sono ordini. Nell'epoca del "tormentone differenziato" per tipi di pubblico, spicca questo Andiamo a comandare dello sconosciuto (finora) Fabio Rovazzi, un brano così potente da ottenere il disco d'oro soltanto con lo streaming, ossia senza essere venduto in forma fisica, e da pochi giorni è diventato pure disco di platino.

In sostanza un successone da 27 milioni di clic soltanto su YouTube e da top ten su Spotify. Ma quello di Fabio Rovazzi è soprattutto il primo tormentone arrivato a insaputa del cosiddetto mainstream. Non è stato pianificato a tavolino da qualche major discografica, non ha l'appoggio di nessun talent show. È semplicemente (si fa per dire) esploso in rete e da lì si è trasferito alle principali radio nazionali. Ora Rtl 102.5, tanto per fare un esempio, lo trasmette a rullo.

Un primato che incorona questo 22enne nato a Milano in zona Lambrate e diventato in pochi mesi uno dei principali youtuber italiani con quella velocità tipica dei nostri tempi musicali e ancora, purtroppo, distante da altri mondi. In due anni ha pubblicato video su Facebook e ha lavorato per Fred De Palma, rapper talentuoso, e Merk&Kremont, duo di dj produttori italiani inseriti tra i cento dj più influenti del mondo. Un bailamme sul web che ha convinto Fedez e JAx, pronti a coinvolgerlo nella loro casa di produzione Newtopia, una delle più attente sul mercato in questi anni. JAx lo invita a Sorci Verdi su Rai2. Fedez gli fa realizzare alcuni Videodiary. Alla fine arriva questo Andiamo a comandare che è uscito in download il 17 giugno e che oggi, quasi alla fine di luglio, si consacra come il tormentone dei tormentoni. Uno dei brani che firma l'estate 2016. E uno dei successi che aprono una nuova strada e sono quindi destinati a rimanere nella storia. Rovazzi, che è un ragazzo scherzoso e assai poco autoreferenziale, ha fotografato uno stato d'animo spesso sottovalutato ma assai diffuso tra i suoi coetanei: il divertimento magari sfrenato ma senza vizi. Tipicamente estivo. Tipicamente adolescenziale. "Non mi fumo canne, sono anche astemio, io non faccio brutto". È la negazione di uno stereotipo, quello di feste e droga che sembra essere il leit motiv di una generazione. Rovazzi fa ironia. La sua è "comicità musicale" che magari sfugge ai "fuori età" ma che è stata percepita benissimo dai coetanei. Con il risultato che Rovazzi oggi è uno dei protagonisti di questa stagione. Perciò, di fianco alla Sofia di Alvaro Soler (101 milioni di visualizzazioni al momento di andare in stampa) o a Duele el corazon di Enrique Iglesias (165 milioni) c'è anche questo brano con una forte impronta "edm", molto didascalica e irresistibile, per di più condito di ironia ("Faccio i selfie mossi alla Guè Pequeno") e totalmente sganciato da qualsiasi riferimento politico, sociale o in qualche modo impegnato.

Rovazzi è divertimento puro: "Non so se sono pazzo o sono un genio". E conferma che ormai un brano pubblicato soltanto in rete può avere la forza di arrivare ovunque e quindi di far inceppare i tipici meccanismi da tormentone che sono stati implacabili nell'ultimo mezzo secolo. Il tormentone dei tormentoni, appunto.

Non foss'altro che per questo, Andiamo a comandare è destinato a diventare un punto di riferimento per gli anni a venire. Per rendersene conto basta ascoltare uno dopo l'altro i brani che hanno colorato le nostre estati, dai Watussi di Edoardo Vianello fino a Vamos a la playa dei Righeira o a Roma Bangkok di Baby K e Giusy Ferreri che è stato il vero tormentone italiano dello scorso anno.

Andiamo a comandare è su di un altro piano. Né meglio né peggio. Semplicemente un altro piano. Quello del futuro. E sarà meglio non dimenticarsi che la nostra prossima musica userà probabilmente le stesse scintille per diventare un successo. Anzi, un successone.

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