«Le torri dellEur? Classico esempio di contraddittoria politica della casa»
28 Gennaio 2008 - 03:01«Il progetto riguardante le Torri dellex ministero delle Finanze allEur reca in sé tutte le contraddizioni del modello Roma, tanto deficitario nei risultati quanto elogiato a parole durante il settennato veltroniano alla guida della città». È quanto afferma Roberto Rastelli, Presidente della Commissione Speciale Controllo Garanzia e Trasparenza del Comune di Roma, in merito allinserimento della proposta di delibera n. 36/2007 nellodg di oggi, 28 gennaio, in Consiglio comunale. «La realizzazione di una serie di interventi sullarea in cui sorgono tuttora le torri dellex ministero delle Finanze, prima che la relativa proposta di delibera fosse oggetto di discussione e di valutazione da parte dellaula Giulio Cesare - spiega lesponente dellUdc - rivela, nei fatti se non nelle intenzioni, la scarsa considerazione del ruolo e della funzione propri del Consiglio comunale, unica sede istituzionale locale deputata ad accogliere o respingere qualsiasi iniziativa volta a incidere sul tessuto urbano».
«La lettera che alcuni imprenditori stando a quanto riportato da alcuni quotidiani - coinvolti nei lavori riguardanti le torri dellEur, avrebbero inviato al sindaco per sollecitare lapprovazione della proposta di delibera n. 36/2007 - continua Rastelli - alimenta limpressione che di fronte alla figura di un supersindaco (segretario del Pd, candidato in pectore della sinistra alle prossime elezioni politiche e interlocutore privilegiato per i poteri economici e finanziari della Capitale) allassise capitolina non resti che prendere atto di ciò che si è ritenuto giusto e opportuno in separata sede. Scavalcando ancora una volta, nei fatti se non nelle intenzioni, la figura e le competenze dellaula Giulio Cesare». «Apprendere che nel complesso edilizio che dovrebbe sostituire le torri saranno presenti, tra laltro, una serie di appartamenti extralusso, a uso e consumo di pochi facoltosi fortunati, riporta alla mente le immagini delle centinaia di famiglie che, spinte dal bisogno di una casa perduta o mai avuta, hanno trovato rifugio nellex istituto oncologico Regina Elena, da anni in disuso e abbandonato a se stesso.