«Le torri dell’Eur? Classico esempio di contraddittoria politica della casa»

«Il progetto riguardante le Torri dell’ex ministero delle Finanze all’Eur reca in sé tutte le contraddizioni del “modello Roma”, tanto deficitario nei risultati quanto elogiato a parole durante il settennato veltroniano alla guida della città». È quanto afferma Roberto Rastelli, Presidente della Commissione Speciale Controllo Garanzia e Trasparenza del Comune di Roma, in merito all’inserimento della proposta di delibera n. 36/2007 nell’odg di oggi, 28 gennaio, in Consiglio comunale. «La realizzazione di una serie di interventi sull’area in cui sorgono tuttora le torri dell’ex ministero delle Finanze, prima che la relativa proposta di delibera fosse oggetto di discussione e di valutazione da parte dell’aula Giulio Cesare - spiega l’esponente dell’Udc - rivela, nei fatti se non nelle intenzioni, la scarsa considerazione del ruolo e della funzione propri del Consiglio comunale, unica sede istituzionale locale deputata ad accogliere o respingere qualsiasi iniziativa volta a incidere sul tessuto urbano».
«La lettera che alcuni imprenditori – stando a quanto riportato da alcuni quotidiani - coinvolti nei lavori riguardanti le torri dell’Eur, avrebbero inviato al sindaco per sollecitare l’approvazione della proposta di delibera n. 36/2007 - continua Rastelli - alimenta l’impressione che di fronte alla figura di un supersindaco (segretario del Pd, candidato in pectore della sinistra alle prossime elezioni politiche e interlocutore privilegiato per i poteri economici e finanziari della Capitale) all’assise capitolina non resti che prendere atto di ciò che si è ritenuto giusto e opportuno in separata sede. Scavalcando ancora una volta, nei fatti se non nelle intenzioni, la figura e le competenze dell’aula Giulio Cesare».

«Apprendere che nel complesso edilizio che dovrebbe sostituire le torri saranno presenti, tra l’altro, una serie di appartamenti extralusso, a uso e consumo di pochi facoltosi fortunati, riporta alla mente le immagini delle centinaia di famiglie che, spinte dal bisogno di una casa perduta o mai avuta, hanno trovato rifugio nell’ex istituto oncologico Regina Elena, da anni in disuso e abbandonato a se stesso. Ennesima contraddizione - conclude Rastelli - di una politica abitativa che offre l’immagine di una città di serie A e una di serie B».

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