Ax 3 Domaines - Mentre Valentino Rossi corre con una gamba sola e dà spettacolo in Germania, Andy Schleck e Alberto Contador fanno il «surplace» sui Pirenei. Il Tour entra nel vivo della competizione e loro due, i primi due della generale, mandano in mondovisione uno spettacolo semplicemente imbarazzante. Anziché dimostrare chi dei due è più forte, mettono in mostra la loro debolezza. Un minuetto fastidioso e stucchevole. Uno spettacolo che non fa bene al ciclismo, uno sport che vive di simboli, imprese e campioni. Il simbolo c’era: la montagna, i Pirenei. L’impresa era attesa come manna dal celo, ma non c’è stata. I campioni sarebbero due: Contador e Andy Schleck, che anziché darsele di santa ragione, hanno messo in mostra la paura, il tatticismo più esasperato. Ci ha provato tre volte Condator, con tre scatti secchi ma brevi. Schleck incollato alla ruota dello spagnolo, che non fa altro che rispondere con assoluta facilità e si limita a controllarlo da vicino, con l’obiettivo di indispettirlo.
E allora ecco Contador che rallenta e Schleck con lui: si arriva al «surplace» in salita. Si arriva al ridicolo. Di questa situazione surreale ne approfittano Menchov e Samuel Sanchez, che guadagnano una quindicina di secondi sui due. Vince il francese Christophe Riblon, ultimo superstite della fuga a nove partita in apertura di giornata. Alle spalle dei fuggitivi, per lunghissimi chilometri si vede l'Astana pedalare compatta davanti, seguita dalla Saxo Bank, dalla Liquigas Doimo e dalla RadioShack. Anche sul Col de Pailheres le cose non cambiano: nessuna selezione in testa, solo un lento stillicidio nella coda del gruppo con i vari Rogers, Wiggins e Armstrong a staccarsi.
Sulla salita che porta a Ax 3 Domaines, è sempre Vinokourov a scandire il ritmo selezionando ancora il gruppo e mettendo in difficoltà ancora Rogers e Wiggins, poi Kreuziger, quindi, il nostro Ivan Basso. «Io ho fatto il mio, ci ho provato e non mi è andata bene, ma non è finita qui», dice con un sorrisino di sfida Contador. «Io ho la maglia gialla, ho 31” da difendere: è lui che deve attaccare», replica duro il bimbo lussemburghese, che dimentica che lo spagnolo ha dalla sua oltre alle altre tappe di montagna anche la crono di sabato (52 km a Pauillac). «Schleck corre sulla difensiva come se in salita fosse più forte di me e a crono uno specialista: invece non è vera né una né l’altra cosa», chiosa Contador. Insomma, lo spettacolo vero, come spesso accade, è nel dopo corsa: dove i due non se le mandano a dire. Giornata negativa per il nostro Ivan Basso che ha pagato quasi subito dazio e ha tagliato il traguardo con due minuti e mezzo dal vincitore Riblon, anche se il varesino ha recuperato una posizione in classifica: ora è decimo. Va alla deriva Cadel Evans (che corre con un gomito rotto), e peggio del campione del mondo fa Lance Armstrong, che è ormai la caricatura di quello che fu.
Oggi si corre ricordando Fabio Casartelli, morto lungo la discesa del Portet d’Aspet nel 1995. Oggi si spera che ci si ricordi anche di correre, di onorare il Tour, la corsa, gli sportivi che attendono per ore lungo le incandescenti strade della Grande Boucle, nonostante la fatica. È questione di rispetto.
Ordine d’arrivo della 14ª tappa Revel-Ax 3 Domaines di 184,5 km: 1. Riblon (Fra) 4h 52’42”; 2. Menchov (Rus) a 54”; 3. Sanchez (Spa) st; 4. Schleck (Lux) a 1’08”; 5. Rodriguez (Spa) st; 6. Gesink (Ola) st; 7. Contador (Spa) st; 8. Van den Broeck (Bel) st; 9. Cunego (Ita) a 1’49”; 21. Basso (Ita) a 2’30”; 70.
Armstrong (Usa) a 15’14”.Classifica generale: 1. Schleck (Lux) 68h 02’30”; 2. Contador (Spa) a 31”; 3. Samuel Sanchez (Spa) a 2’31”; 4. Menchov (Rus) a 2’44”; 5. Van den Broeck (Bel) a 3’31”; 10. Basso (Ita) a 6’52”.
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