Tragedia alla Sei giorni, muore Galvez

Il ciclista spagnolo vola contro la balaustra, una costola si spezza e gli trafigge il cuore

Pier Augusto Stagi

Trafitto al cuore. Pugnalato dalla sua stessa costola, scomposta e assassina, capace di raggiungere in un attimo il cuore giovane e innamorato di Isaac Galvez, catalano di 31 anni, campione del mondo in carica dell’americana. La tragedia si è consumata l’altra sera, alla Sei giorni di Gand: Isaac Galvez Lopez, poco dopo la mezzanotte, a causa di un contatto con il belga De Fauw nella seconda corsa della riunione, finisce a tutta velocità contro la balaustra in legno. Nell’impatto il due volte campione del mondo si produce la frattura scomposta delle costole, una delle quali finisce per trafiggergli il cuore. Il decesso avviene nel trasporto all'ospedale universitario di Gand.
Isaac Galvez, catalano, aveva 31 anni. Professionista dal 2000, in carriera aveva vinto 12 gare. Quest'anno si era aggiudicato il Trofeo Maiorca, il Trofeo Alcudia e una tappa alla Quattro Giorni di Dunkerque. Campione del mondo in carica dell'americana, aveva vinto il titolo con Llaneras a Bordeaux nello scorso aprile. E si era sposato solo tre settimane fa.
A Gand era impegnato proprio con Llaneras e occupava la seconda posizione nella sei giorni. «Il suo manubrio si è agganciato a quello del belga De Fauw mentre stava rimontando il gruppo: le biciclette sono andate per conto loro e Galvez è andato a sbattere violentemente contro la balaustra in fondo alla pista – ha raccontato Marco Villa, due volte mondiale dell’americana in coppia con Martinello -. Ha perso subito conoscenza e hanno tentato di rianimarlo. Si è capito subito che si trattava di una cosa grave. La caduta però non sembrava una cosa gravissima, abbiamo pensato a uno svenimento: parlano di emorragia interna, di spappolamento della milza...».
L’autopsia, nella tarda serata di ieri, ha però chiarito che la morte è avvenuta proprio per una tragica fatalità: la costola ha trafitto il cuore. «Non riusciamo a credere come sia potuto succedere, non ho memoria di tragedie del genere nel ciclismo su pista - ha spiegato Silvio Martinello, oggi responsabile delle squadre azzurre e ieri grande pistard -. Era un tipo tranquillo, un velocista come tanti, magari un po' kamikaze, ma molto bravo, leale ed esperto». L’ultimo grave incidente della pista risale infatti esattamente a cinquant’anni fa, quando proprio in una sei giorni, ad Anversa, perse la vita cadendo Stan Ockers, anche lui campione del mondo, ma su strada, un anno prima.
Di Galvez invece si parlò molto al Giro del 2003, nella tappa di San Donà di Piave, vinta da McEwen. Lo spagnolo affrontò l’ultima curva su fondo bagnato da vero kamikaze: cadde lui e tirò giù pure Mario Cipollini, che fu costretto al ritiro.

«Ma Isaac non era uno spericolato – chiosa Marco Villa -. Ci sapeva fare, eccome. Lui, da autentico spagnolo, sapeva starci in mezzo all’arena. Quello che gli è accaduto ha davvero dell’incredibile. Come se un torero si ferisse a morte con la sua stessa spada...».

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