(...) cellulare. Poi con un filo di naylon ha fatto un cappio per sé, lasciandosi morire soffocata appesa alla spalliera del letto, accanto al corpo senza vita del neonato. Li ha trovati così ieri mattina Lorenzo Ricci, il padre della ragazza, del quale il nipotino portava il nome, preoccupato perché la figlia dalla sera prima non rispondeva al telefono. Sabrina era una ragazza madre. Legata da anni a un uomo sposato più anziano di lei di dieci anni, aveva voluto quel bambino a ogni costo. Lui si era detto disponibile a dare un contributo per crescerlo. Stop. Quel figlio, che si aggiungeva ad altri figli già grandi di una famiglia inconsapevole e lontana, non avrebbe avuto il suo cognome. E forse qualcosa nella coppia si era spezzato. Sabrina si era ritrovata sola a crescere quel piccolino in un appartamento che teneva come uno specchio. Suo padre, infermiere, andava dalla ragazza tutti i giorni per darle una mano, la famiglia di Sabrina si era stretta affettuosa intorno alla neo mamma e al bambino.
Ma la depressione post partum che colpisce molte donne ha avuto per Sabrina esiti devastanti. Inoltre secondo alcune indiscrezioni confermate in ambienti investigativi, la donna era figlia di una madre suicida. Secondo alcuni conoscenti della ragazza, una bella mora sorridente, la tragedia ne avrebbe alterato i comportamenti già in giovane età, spingendola ad allontanarsi dal padre e a condurre una vita piuttosto «ribelle». In questo contesto si inserirebbe la lunga relazione con luomo a cui era legata, a sua volta sposato e padre di altri bambini, che ha portato, il 7 agosto scorso, alla nascita del piccolo.
Riferiscono inoltre i poliziotti della sezione omicidi della squadra mobile di Genova, coordinati dal pm Vittorio Ranieri Miniati, che labitazione di corso Martinetti 124 era in perfetto ordine. Il bambino era curato alla perfezione e tenuto sotto controllo medico da un pediatra, a sua volta ascoltato dalla polizia. Nessuna delle persone appartenenti alla sfera affettiva della trentacinquenne si sarebbe accorta dello stato di depressione in cui era sprofondata. Sabrina Ricci non ha lasciato alcuno scritto. Il sostituto procuratore ha affidato al medico legale il compito di effettuare lautopsia sui cadaveri di madre e figlio, ma secondo gli investigatori la dinamica degli eventi è chiara.
«Non ci sono estremi per fare altre indagini - hanno spiegato dalla Squadra Mobile - i motivi del gesto dettato dalla depressione non sono oggetto di indagine».
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