Dopo tanti fallimenti nelle passate legislature e degli schieramenti di centrosinistra, il centrodestra porta a compimento un'ampia ed organica riforma istituzionale. Arriviamo a questo traguardo nonostante le tante menzogne della sinistra.
Si accusa la maggioranza di non aver cercato la via dell'intesa quando è stata la minoranza che ha rifiutato ogni confronto. La sinistra poi, quando si trovò in maggioranza, non esitò ad approvare una riforma costituzionale con appena quattro voti di maggioranza.
Il centrosinistra soffre di arroganza intellettuale. Può approvare leggi per conto proprio se è in maggioranza, ma se invece governa il centrodestra quest'ultimo deve condividere ogni scelta con il centrosinistra, che deve avere sempre l'ultima parola, sia quando vince le elezioni sia quando le perde.
La riforma rafforza la figura del primo ministro, dandogli il potere di nominare e revocare i singoli ministri. Si va nella direzione a suo tempo indicata anche dalla sinistra, che aveva proposto il premierato. La precedente riforma della sinistra ha creato molti problemi perché la stesura nell'articolo 116 consente, ad alcune regioni, di fare scelte autonome, realizzando di fatto una sorta di secessione strisciante. Loro che contestano i nostri cambiamenti avevano messo in moto un meccanismo molto pericoloso per quanto riguarda la salvaguardia dell'unità nazionale. Avevano ad esempio previsto al comma 8 dell'art. 117, la possibilità per le regioni di costituire organi comuni.
Ora si fa chiarezza nello sterminato elenco delle materie a competenza concorrente stilato dalla sinistra, che ha causato grande caos. La nostra riforma dice cosa devono fare le regioni, cosa devono fare insieme lo Stato e le Regioni, ma riporta molte materie alla competenza esclusiva dello Stato.
Si reintroduce nella Costituzione il concetto di interesse nazionale, a conferma che il nostro schieramento difende l'unità nazionale ed ha a cuore tutti i territori. Era stata la sinistra a cancellare dall'art. 119 della Costituzione il riferimento al Mezzogiorno ed alle isole. Eppure da molti anni ci impartiscono ogni giorno lezioni di meridionalismo.
Si introduce la sfiducia costruttiva che tutela la maggioranza scaturita dal voto. È la norma anti-ribaltone. Non si possono cambiare scelte degli elettori. Se una coalizione viene meno, lo scettro torna al popolo. È chiaro che la sinistra, che ha ordito sempre ribaltoni non ami una norma che impedisce il trasformismo. C'è un coinvolgimento dell'elettorato nella scelta del premier, con forme di indicazione che rafforzano la democrazia diretta. Viene diminuito il numero dei parlamentari, una scelta storica. La Costituzione stabilisce tempi certi per l'approvazione delle leggi, perché la democrazia non vuol dire paralisi. Nella nuova Costituzione, poi, trova spazio lo statuto delle opposizioni, per costituire una democrazia più equilibrata.
Si introduce inoltre una clausola di salvaguardia a favore dello Stato, gli errori del centrosinistra.
Tra le materie che ritornano alla supremazia esclusiva dello Stato vi sono la promozione internazionale del sistema economico (made in Italy), la politica monetaria, la tutela del credito, la sicurezza e la qualità alimentari, le norme generali sulla tutela della salute, la sicurezza sul lavoro, le grandi reti di trasporto e di navigazione, l'interesse nazionale e le relative norme di sicurezza, l'ordinamento della comunicazione, le professioni intellettuali, l'ordinamento sportivo nazionale, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia.
Si istituisce il Senato federale, ponendo fine ad un bicameralismo perfetto e differenziando il ruolo e la rappresentanza delle due assemblee legislative. La stessa figura del capo dello Stato non viene indebolita perché ad essa si attribuisce il potere di nominare i presidenti delle autorità indipendenti, del Cnel nonché il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura.
Si deve poi alla coesione della maggioranza se nella Costituzione viene inserito per la prima volta il riferimento a Roma-Capitale, tesi che un tempo la sinistra condivideva. Le regioni possono scegliere tre giudici della Corte costituzionale.
Insieme a tante altre riforme importantissime che hanno riguardato la scuola e l'università, le pensioni e la radio-televisione, il lavoro e le Forze armate, le opere pubbliche ed il codice della strada, la giustizia, il fisco e l'immigrazione, anche il cambiamento della Costituzione entra nell'elenco delle cose fatte dalla coalizione di centrodestra, che ha saputo essere unita in questo cammino e che proprio grazie a questa unità si potrà presentare con spirito vincente alle elezioni politiche.
* Componente dell'esecutivo politico
di Alleanza nazionale
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