Trambus promette: «Tolleranza zero verso chi usa droga»

Il segno di una frenata sull’asfalto, briciole del lunotto di una Volvo e una garza medica completamente intrisa di sangue. Non restava altro ieri in via Isacco Newton dove sabato sera alle 20,30 Gino Anselmi, 66 anni, originario di San Cesareo, è stato travolto e ucciso dopo aver parcheggiato la sua auto, da Alessandro Morini, 29 anni, conducente del bus 31 sotto effetto di cocaina.
Una tragedia che arriva all’indomani del giro di vite annunciato due giorni fa dai vertici di Trambus che, a partire dall’amministratore delegato Adalberto Bertucci e dal presidente Raffaele Morese, fino ad arrivare a dirigenti e quadri, hanno rinunciato all’auto aziendale per dare una dimostrazione di buon senso e rigore. Ieri l’azienda alla notizia del mortale e dell’assunzione di droga da parte di Morini, da sei anni in servizio, ha colto l’occasione per dar un altro segnale di rigore, disponendo il licenziamento in tronco dell’autista e annunciando che, «qualora ne sussistano le possibilità», si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario.
«Non vogliamo e non possiamo accettare - sottolinea l’amministratore delegato di Trambus, Adalberto Bertucci - che chi conduce un mezzo pubblico manchi del più elementare senso di responsabilità nei confronti di se stesso, ma soprattutto dei cittadini. Quindi è bene che tutti ne siano consapevoli: la società avrà tolleranza zero nei confronti di tutti gli autisti che abusano di alcol o fanno uso di droghe. Mi preme, infine, rinnovare i sensi del mio cordoglio alla famiglia della vittima assicurando loro la vicinanza di tutta l’azienda in questo momento di dolore».
Domani saranno anche convocati i sindacati. «Scopo dell’incontro - spiega Bertucci - è anticipare il via alla campagna di prevenzione sull’uso di alcol e droghe dedicata agli autisti che avevamo impostato con i sindacati già dal mese di novembre. L’azienda ritiene che insieme alle consuete visite periodiche, occorra impegnarsi con un’intensa attività di comunicazione e sensibilizzazione per rafforzare la consapevolezza della pericolosità di certe pratiche nei confronti di se stessi e dei cittadini».
Ieri c’era poca voglia di parlare tra gli autisti al capolinea di piazzale Clodio, dove termina la linea 31. «Veniamo sottoposti a controlli medici e psico-attitudinali ogni due anni - afferma un dipendente di Trambus - servono a verificare anche l’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti».
Il sindaco Gianni Alemanno chiede all’azienda controlli a tappeto: «Vogliamo verificare se si è trattato di un episodio isolato o se ci sono comportamenti diffusi di questo genere». L’assessore alla Mobilità Sergio Marchi, invece, vorrebbe introdurre l’obbligatorietà del narcotest «a campione» per chi lavora nel trasporto pubblico.
«Se era drogato è giusto che il conducente del bus vada in galera: queste strade stanno diventando piste automobilistiche», commentano gli abitanti di via Newton, parlando di tragedia annunciata. «Non è la prima volta che sento di un incidente qui - dice Giovanna, casalinga di 60 anni -. Gli autisti devono stare sempre molto attenti perché le auto sfrecciano a tutta velocità». «Qui purtroppo si corre molto - racconta il gestore di un distributore di benzina poco distante dal luogo dell’incidente - e la sera diventa ancora più pericoloso per la scarsa visibilità».


«Il mio collega che era di turno ieri sera ci ha raccontato tutto - dice Franco che lavora come barista in una grande gelateria lì vicino -. È una cosa incredibile morire in questo modo e il fatto che il conducente fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti crea rabbia e amarezza: ma saranno sottoposti a controlli gli autisti?».

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