Il Trap provoca: «A me Cassano è servito...»

L’Italia del vituperato Lippi a un punto dalla qualificazione, l’Irlanda dell’immortale e simpaticissimo Trap sicura di finire nel tritacarne degli spareggi Fifa. Sintetizzata così, a poche ore dalla sfida di stasera a Dublino, e alimentata dalla frase-civetta del nostro adorabile «Ciovanni», come lo chiamano lassù, «il pari sarebbe un buon risultato», Eire-Italia si potrebbe prestare all’immancabile processo alle intenzioni: stanno lavorando a un rotondo pareggio. E invece c’è sufficiente materia prima, dichiarazioni e altro, per discutere di calcio e apparecchiare un appuntamento che nasconde tra le sue pieghe alcuni argomenti sugosi. I rischi, per gli azzurri, sono ridotti a zero. Dovesse andar male a Dublino, mercoledì sera a Parma, contro Cipro, gran finale del girone, può arrivare il sigillo per il Sudafrica. Nessuna angoscia, allora. «C’è emozione, non frenesia» la confessione di Lippi prima di volare a Dublino e nelle sue parole c’è anche un pizzico di orgoglio legittimato dalle difficoltà tradite da altre nobili nazionali. Per esempio la famosa Francia di Domenech, per esempio il Portogallo del reclamizzato Cristiano Ronaldo, per esempio Ibrahimovic e la Svezia. «Vuol dire che così male non siamo andati» la chiosa amarognola del ct, convinto anzi «di essere più avanti rispetto a quattro anni prima», i mesi che prepararono la mitica spedizione in Germania 2006 cioè. Il dibattito della settimana azzurra di Coverciano si è sviluppato intorno a un altro tema: la futura destinazione di Lippi, orientato ad accettare, secondo alcuni «boatos» provenienti da Torino, l’invito della Juve e ad offrire la sua preziosa consulenza all’ex allievo Ciro Ferrara promosso dalla famiglia Agnelli. Buffon, al volo, gli ha spalancato le porte del club, Lippi le ha parzialmente richiuse svelando la sua strategia contrattuale che non è poi così male. «Mi comporterò come in Germania, quattro anni prima: nessun rinnovo prima del mondiale, se anche lo sottoscrivessi, non avrebbe alcun senso in caso di risultato deludente ma appuntamento a fine torneo. In questo modo tra l’altro sono sicuro di riuscire a strappare uno stipendio più alto» il suo ragionamento a voce alta. Che qualche indicazione può offrire. Scenario numero uno: l’Italia “buca” il mondiale e la federcalcio, in accordo con Lippi, decide di non rinnovare il contratto. La ricerca di un sostituto diventa più complessa perchè maturata tra fine giugno e i primi di luglio quando molti allenatori sono già al lavoro per la stagione successiva. Solo Lippi, in quello stesso periodo, è in grado di scendere in corsa dal tram Italia e saltare sul predellino della Juve. Morale: è bene che Abete non si lasci cogliere impreparato.
Gli altri due argomenti più gettonati, Cassano e Cannavaro, sono stati liquidati con un paio di battute. Sul primo, scomodo e anche un po’ noioso ormai, è intervenuto il Trap segnalando che «con me Cassano ha segnato e fatto segnare, Lippi ha fatto altre scelte e io non voglio interferire». Va tutto bene, Cassano è diventato Pelè dalle nostre parti in tempi di grande magra ma anche il Trap dovrebbe frugare meglio nella sua memoria perchè il barese venne reclutato per la fase finale dell’europeo 2004 in Portogallo, giocò la seconda partita contro la Svezia (1 gol) e la terza contro la Bulgaria (sigillo del 2 a 1) dopo aver partecipato a tre amichevoli (contro Polonia, Romania e Tunisia, un gol) tra novembre del 2003 e giugno del 2004. Su Cannavaro catenaccio assoluto. «Fabio è pulitissimo» manda a dire Chiellini, forse uno degli interventi più riusciti del livornese. «Inutile discutere di un caso già chiuso» sentenzia Lippi che si prepara ad accoglierlo domenica in ritiro a Vinovo.
A Dublino la Nazionale giocherà secondo il nuovo modulo disegnato da Lippi e sperimentato contro la Bulgaria a Torino. «Il 4-2-3-1? Cosa è?, il prefisso telefonico di Dublino...» la battuta riuscita del Ct ancora col nervo scoperto («volete farmi passare per scortese e io scortese non sono»).

Tradotta, la formuletta vuol dire che davanti a Buffon e alla sua difesa ballerina (senza Cannavaro squalificato, c’è Legrottaglie) viene scavata una trincea di cemento con Palombo e De Rossi, mentre Pirlo passa più avanti a far da suggeritore all’attacco. Occhio, Leonardo.

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