Cronache

Trappola in fondo al mare. Dove sono i 41 dispersi?

Si rifanno i conti per capire chi manca all’appello, ma per ora non si trovano. E c’è chi teme la più orribile delle ipotesi

Trappola in fondo al mare. Dove sono i 41 dispersi?

Roma Due francesi e un peruviano. Due turisti e un marinaio, un dipendente della Costa Crociere. Sono i loro i tre i corpi ritrovati senza vita in mare dai sommozzatori, le prime vittime accertate del disastro del Concordia: Francis Servel e Jan Pierre Micheaud i francesi, Tomas Alberto Costilla Mendoza il peruviano.

Che cosa è successo, come sono finiti in mare? Ci vorrà tempo per ricostruire la dinamica della loro terribile fine. É facile immaginare però il buio, le grida, il freddo, il terrore. Forse sono caduti in mare, forse si sono buttati volontariamente in preda al panico. Forse il marinaio cercava di aiutare i due passeggeri, forse non sarà possibile ricostruire esattamente quegli ultimi tremendi minuti. Molti testimoni raccontano di aver visto decine di persone buttarsi giù dal ponte. E anche se la nave si era inclinata vicinissima alla terra loro non hanno avuto la forza di arrivare a riva, di salvarsi e sono morti per il freddo, perdendo i sensi per lo shock.

É stato il prefetto di Grosseto, Giuseppe Linardi, a confermare mentre era ancora notte che era stato ritrovato il primo corpo, un uomo tra i 65 e i 70 anni, deceduto forse per un malore dovuto al freddo e quindi annegato. Per qualche ora poi le vittime sono improvvisamente balzate a sei per poi scendere a tre. Soltanto tre i corpi ritrovati fino alla tarda serata di ieri anche se il numero dei dispersi continuava ad essere purtroppo altissimo, 60 o 70. In serata i dispersi erano scesi a 41. I sommozzatori hanno continuato a cercare in mare finchè c’è stata luce senza alcun esito.

I tre corpi sono arrivati senza vita sull’isola del Giglio e dunque sono stati portati direttamente nella camera mortuaria dell’ospedale di Orbetello. Le autorità sono state caute con l’identificazione e hanno atteso molto prima di confermare i nomi delle vittime. Il riconoscimento immediato è avvenuto attraverso il tesserino che avevano indosso. Sulle navi da crociera infatti sia il personale sia i passeggeri sono forniti di una sorta di badge di identificazione per salire e scendere dalla nave durante le soste. Ad avvalorare la tesi che ci fossero due francesi tra le vittime anche la testimonianza di una loro connazionale, che aveva raccontato di essere sempre stata insieme con loro e poi all’improvviso di non averli più visti. La tragica conferma è stata data prima dal portavoce dell’ambasciata di Francia, Sebastien Minot e poi anche dal ministero degli Esteri francese.

Le tre salme sono state subito sottoposte agli accertamenti medico legali che hanno stabilito come la morte sia avvenuta per annegamento. Il che significa che dovrebbero essere caduti in acqua ancora vivi. Ora saranno i periti ora a dover stabilire perchè ci siano caduti.

Una fine che davvero non doveva aspettarsi il marinaio peruviano Tomas Alberto Cortilla Mendoza, partito da Trujillo in Perù per venire a morire davanti all’isola del Giglio.

Su facebook aveva segnalato di lavorare per Costa Crociere e raccontava la sua passione per i film d’avventura e i libri di Dan Brown.

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