«Trattativa Stato-Mafia? Mi fido dei magistrati»

Renato Schifani a tutto campo. Intervistato da Lucia Annunziata a in mezz’ora, la seconda carica dello Stato ha affrontato diversi argomenti, dalla giustizia alle riforme istituzionali all’ipotesi di un bis sia per Napolitano che per Monti («Non ci sarebbe nulla di incredibile, non escludo nulla»).
Dopo la sentenza della Cassazione sul processo Dell’Utri, Schifani non ha potuto fare a meno di soffermarsi sulle indagini sulla presunta trattativa tra Stato e mafia e sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa: «È giunto il momento che il Parlamento tipicizzi questo reato - ha spiegato il presidente del Senato - il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è scritto nei codici, va inserito e ne vanno fissati i connotati. Sarebbe un grosso passo in avanti». E, se possibile, sulla trattativa Stato-mafia Schifani è stato ancor più incisivo: «È un bene che si faccia chiarezza su quegli anni. Una commissione d’inchiesta? Mi fido dei magistrati che a Palermo e Caltanissetta sono incisivi e competenti. Stanno facendo delle indagini e a quelle mi affido».

«Da ex avvocato - ha concluso Schifani affrontando il tema della responsabilità civile dei magistrati - non condividevo il fatto che il magistrato potesse essere oggetto di citazione diretta da parte del cittadino: questo comporterebbe una perdita totale di serenità da parte del magistrato. Secondo me si può tranquillamente cambiare prevedendo che si citi lo Stato, e prevedendo ipotesi di responsabilità più precise».

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