Ventiquattrore ostaggio di una grotta, prigionieri del freddo, a ottanta metri di profondità. Ieri la passione di due speleologi stava per trasformarsi nella loro fine.
Gli uomini della divisione Speo, il Soccorso alpino e speleologico del Lazio e i vigili del fuoco del Saf, gruppo speleo-alpino-fluviale hanno impiegato un intero giorno e tante energie per strappare alla morte due ragazzi romani, che sabato mattina avevano deciso di scendere nel «Pozzo Comune», una grotta a 300 metri dalla strada bianca di Pian della Faggeta, nel comune di Carpineto Romano.
Luca Amendola, 32 anni, e Massimiliano Santarelli, 31 anni, si erano avventurati insieme ad altri due amici, Franco Prudente, 32 anni, e Daniele Agrofoglio, 33 anni, in questa grotta, creata dallerosione dei corsi fluviali che, inizialmente formata da un «inghiottitoio», si sviluppa in una serie di «pozzi» e «sale».
Volevano coltivare il loro hobby, ma hanno rischiato la vita. Prudente e Agrofoglio si sono resi conto per primi che la situazione lì sotto si stava facendo pericolosa e sono tornati in superficie per dare lallarme. Uno ce lha fatta da solo, superando lostacolo rappresentato dal fango e dalle correnti dacqua piovana, laltro è arrivato ad una decina di metri dalluscita ed è stato salvato dai vigili del fuoco. Impossibile risalire per gli altri due componenti del gruppo, che sono rimasti a ottanta metri di profondità.
Così sul posto sono giunti gli uomini del 118, dello Speo e del Saf, oltre a due sommozzatori dei vigili del fuoco. Prudente e Agrofoglio hanno fornito loro le prime indicazioni dalla superficie, per permettere agli esperti di raggiungere i due amici nel pozzo «Marilu».
Ma limpresa si è rivelata subito più difficile del previsto. Solo nella notte, infatti, gli speleologi sono riusciti ad arrivare ai due ragazzi, che ormai erano allo stremo. «Allinizio li abbiamo scaldati e rifocillati - spiegano -. Erano stanchi e da soli non ce lavrebbero fatta a ritornare in superficie». I soccorritori hanno poi calato nella grotta lattrezzatura per il riscaldamento, insieme alle linee telefoniche per coordinare le operazioni di recupero. «Amendola e Santarelli sono rimasti intrappolati - affermano gli speleologi - perché avevano posizionato larmo, ovvero il sistema di ganci che consente di far passare in sicurezza le corde sulle quali calarsi e risalire in grotta, in un punto dove si è immediatamente creata una cascata. Così per i due la risalita è diventata impossibile, soprattutto perché il livello dellacqua nella grotta è andato crescendo».
Per estrarli sono occorse altre sette ore di lavoro. Solamente allalba, infatti, loperazione si è conclusa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.