da Bari
In tre anni e mezzo è riuscito ad accumulare 948 giorni di assenza. Fatti i conti, per due anni e sette mesi ha pensato bene di non presentarsi al lavoro: se non è un record, ci va piuttosto vicino. Tanto che alla fine gli è costato il posto. L’effetto del ministro anti-fannulloni della Funzione pubblica Renato Brunetta è approdato infatti anche a Bari, dove l’Amtab, l’azienda ex municipalizzata che gestisce il trasporto urbano, ha deciso di rescindere il rapporto con il dipendente che collezionava assenze e procedere con il licenziamento: sulla carta era un autista, in pratica lo hanno visto raramente alla guida di un autobus.
Già da qualche tempo rimbalzavano voci sull’assenteista: c’era il dubbio che avesse già qualche altra attività. In ogni caso, l’autista da tempo non si faceva vedere e di lui si avevano notizie solo attraverso le giustificazioni presentate: problemi in famiglia o malattia. La cosa è andata avanti per anni, fino a quando il consiglio di amministrazione dell’Amtab ha deciso di rompere gli indugi e dopo aver dato un’occhiata alla lunga serie di assenze ha formalizzato il licenziamento. Un provvedimento applicato grazie anche a un accordo sindacale che prevede la possibilità di rescindere il rapporto di lavoro in caso di giorni di assenze continuative o in maniera alternata. La linea dura è stata adottata dal presidente dell’Amtab, Antonio Di Matteo, ex consigliere comunale di Rifondazione comunista, il quale ha disposto il pugno di ferro contro i fannulloni annunciando l’obiettivo di far scendere a venti il numero dei giorni di assenza di ciascun lavoratore nel corso di un anno. Nulla a che vedere con i 948 giorni totalizzati nel giro di due anni e sette mesi dal conducente allontanato dal consiglio di amministrazione.
Non è la prima volta che l’azienda barese per il trasporto urbano risolve il contratto con un dipendente: altri due sono stati infatti licenziati poco prima dell’estate. E proprio in seguito a quella decisione Di Matteo fu minacciato con alcuni volantini. Questa volta invece non è stato così. Le verifiche vanno avanti e diverse persone sarebbero sotto osservazione. Sono invece finite al centro di un’inchiesta della procura le assenze di tre medici dell’ospedale Giovanni XXIII di Bari. Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i professionisti aggiravano l’ostacolo del timbro sul cartellino grazie alla compiacenza e alla complicità di colleghi, mentre loro si dedicavano ad altre attività: una piacevole partita a carte con gli amici o un’amena passeggiata pensando solo allo shopping. È tutto finito in un voluminoso dossier della polizia, che è stato consegnato al magistrato inquirente, il procuratore aggiunto Giuseppe Carabba.
Insomma, l’ombra dell’assenteismo si allunga pericolosamente anche sulla sanità pubblica. Le indagini sono scattate dopo alcuni esposti anonimi presentati alla magistratura, pagine dettagliate che descrivono la rilassante giornata dei tre medici assenteisti. I quali, certi di non essere scoperti, non si presentavano al lavoro o se lo facevano si limitavano a mezza giornata, tanto per non affaticarsi troppo.
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