Cultura e Spettacoli

Tre mostre per i 40 anni dei "Caschi blu della cultura"

A Firenze, Roma e Napoli saranno esposte molte delle opere recuperate dai Carabinieri dei Beni culturali, la struttura istituita nel 1969 e che da allora ha salvato dalla criminalità 800mila reperti archeologiche e 15mila opere

Era il 23 marzo del 1976 quando in un albergo di Locarno, in Svizzera, vennero recuperati due capolavori di Piero della Francesca e un Raffaello trafugati dal museo del Palazzo Ducale di Urbino. Fu uno dei primi successi dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che quest'anno festeggiano quarant'anni di attività con tre grandi mostre a Napoli, Roma e Firenze.
Le esposizioni sono in realtà altrettante raccolte di tesori e di capolavori, dall'archeologia ai dipinti, all'arte religiosa. Per emozionarsi di fronte alla tristezza del viso della «Muta» di Raffaello, uno di quei capolavori ritrovati quella sera del '76 nell'albergo di Locarno, bisogna aspettare il 10 settembre, quando a Castel Sant'Angelo a Roma, aprirà «Antologia di Meraviglie», raccolta straordinaria di tesori di tutte le epoche che va dal marmo della Triade Capitolina (del II secolo) recuperata da uno scavo clandestino a Guidonia (in provincia di Roma) alla «Viola» commissionata nel 1595 dalla corte medicea ai fratelli Amati di Cremona passando per alcuni Renoir e a «L'Arlesienne» di Van Gogh, che era stata rubata clamorosamente nel 1998 dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e ritrovata 48 giorni dopo dai carabinieri.
A Napoli, nelle sale di Palazzo Reale, sarà invece in scena dall'8 maggio al 30 settembre «L'Archeologia che ritorna», con le meraviglie restituite all'Italia da musei e privati di tutto il mondo. Ci sarà l'ormai celeberrimo Volto d'Avorio del I secolo avanti Cristo, ci saranno affreschi strappati a Pompei e ci sarà anche il Trapezophoros, lo spettacolare gruppo marmoreo con i due grifoni che uccidono una cerva razziato da una ricca tomba apula del V secolo avanti Cristo uno dei pezzi più ammirati fra quelli esposti a dicembre del 2007 nella grande rassegna allestita al Quirinale.
Parte in autunno, dal 21 novembre a Palazzo Pitti di Firenze, la terza mostra, dedicata agli «Aspetti del sacro», capolavori dell'arte a soggetto religioso, negli anni fra i più trafugati. In vetrina la croce reliquario del XII secolo con pietre e smalti rubata nel 1983 dal Museo della Cattedrale di San Clemente di Velletri (Roma) e poi recuperata a Rimini. Ma anche la «Madonna col Bambino» di Niccolò di Segna rubata nel 1968 dall'eremo di San Galgano sulla collina di Montesiepi a Chiuisdino (Siena), ritrovata poi dai carabinieri nel 1993. E soprattutto (anche se gli accordi relativi al prestito non siano ancora conclusi) dovrebbe esserci la «Madonna di Senigallia» di Piero Della Francesca (anch'essa tra i capolavori ritrovati in Svizzera nel '76).
«Quarant'anni di attività e di recuperi che mi rendono orgoglioso», dice il comandante generale dei carabinieri, Giafrancesco Siazzu. Per festeggiare i quarant'anni di successi di quelli che il ministro Sandro Bondi chiama «i Caschi blu della cultura» e che dalla loro istituzione hanno recuperato in Italia e all'estero oltre 400mila beni di interesse culturale, 800mila reperti archeologici e 15mila opere, le Poste Italiane emetteranno un francobollo. Nel 2010 un convegno chiuderà le celebrazioni. Ma non è escluso che saranno organizzate altre iniziative «Ci sono contatti con Venezia e Messina», anticipa Bondi. E dall'Unesco arriva la proposta per una grande mostra finale.

«Per dare l'esempio», sottolinea lanciando l'idea il direttore dell'Iccrom Mounir Bouchenaki, il direttore dell'Iccrom, l'International centre for the study of preservation and restoration of cultural property.

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