Politica

Tremonti assicura: nessun condono «E la tassa sul tubo si può cambiare»

Pera stralcia 4 articoli della legge: bloccate le norme sulla carta d’identità elettronica

Antonio Signorini

da Roma

«Per quello che dipende dal governo e dalla sua maggioranza non ci saranno condoni». Non è la prima volta che il governo si schiera contro l’introduzione di sanatorie nella Finanziaria 2006. Ma ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti è andato oltre prendendo un impegno, proprio nel giorno in cui il disegno di legge è approdato in Parlamento. Un freno, insomma, a chi all’interno della Cdl vorrebbe introdurre la sanatoria durante l’iter. Il ministro ha anche confermato la priorità della lotta all’evasione e ha definito i 300 milioni attesi, «una cifra realistica». La guerra al sommerso attraverso la riforma del sistema esattoriale e il rafforzamento del ruolo dei comuni, ha aggiunto, dovrebbe essere condivisa dall’opposizione «nell’interesse del Paese». Sulla tassa del tubo il vicepremier si è mostrato possibilista su eventuali modifiche purché «diano un effetto di gettito equivalente».
Confermati gli impegni con l’Europa su debito e deficit. Ma con Bruxelles potrebbe presto aprirsi la partita per ottenere un via libera alla fiscalità di vantaggio per il Sud. Ieri ne aveva parlato il ministro per lo Sviluppo Gianfranco Miccichè e anche Tremonti ha assicurato l’impegno del governo per «superare la barriera che ci fu opposta in Europa. È pendente presso la Commissione - ha spiegato - la richiesta di consentire un’Irap di vantaggio per il Sud».
Tremonti ha confermato la validità delle misure strutturali per correggere il deficit del 2006 e ha anche parlato dello stato dei conti per l’anno in corso, smentendo le voci di un rapporto deficit-Pil al 5,1 per cento. Una nota positiva sui conti è anche arrivata dal Bollettino statistico di Bankitalia secondo il quale a luglio il debito pubblico ha raggiunto quota 1.529 miliardi, in calo rispetto al record di giugno di 1.542 miliardi.
L’avvio della sessione di bilancio è stato segnato anche dallo stralcio di quattro articoli dal disegno di legge giudicati dagli uffici del Senato «inammissibili» perché privi di effetto finanziario. Lo stralcio che ha fatto più rumore è stato quello dell’articolo 61 che modifica le norme sull’introduzione della carta d’identità elettronica e, tra le altre cose, affida alla Sogei la produzione delle tessere che presto sostituiranno il documento cartaceo.
Fuori dai palazzi, tengono ancora banco le proteste come quelle degli enti locali per i tagli ai trasferimenti. Anche se c’è da registrare la dura protesta dei sindaci di centrodestra che non hanno partecipato a una assemblea dell’Anci in polemica con il presidente Leonardo Domenici. Sullo sciopero generale proclamato dai sindacati per il 25 novembre, si è fatta sentire Confindustria: «È l’unico punto su cui i sindacati trovano facilmente l’accordo.

Sembra che lo sciopero sia il loro grande obiettivo», ha ironizzato il vicepresidente Alberto Bombassei.

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