Rimini - "Il dibattito tra gli economisti nel cercare di interpretare la crisi è, agli occhi del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, come "riunione che realmente ricordano quelle dei maghi". Al Meeting organizzato da Comunione e Liberazione, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti cita Mandrake, Harry Potter e una lunga fila di esempi "fino al mago Otelma" per dire che "le riunioni degli economisti sono proprio così e quello che colpisce di più è che nessuno di questi ha mai chiesto scusa, nessuno ha mai detto di aver sbagliato. Sbagliano sempre gli altri".
L'invettiva contro gli economisti "Vedo che è pieno di gente che per sopravvivere dice esattamente il contrario di quello che diceva per vivere", continua il ministro che ha ribadito di aver previsto la crisi anche se qualcuno gli contesta, spiega, che se così fosse non avrebbe tassato banche e petrolieri. "Io non sono un economista e questa volta è una cosa che mi aiuta", continua il numero uno di via XX Settembre presentando un libro sulla crisi del giornalista Marco Cobianchi. "Ma - continua Tremonti - ho sempre pensato che a fine Novecento il mondo stava entrando in una curva diversa, colpa della globalizzazione che ha effetti positivi e effetti negativi. Ho sempre pensato che ci sarebbe stata una crisi causata dalla globalizzazione ma era impossibile immaginare in che giorno e in che misura". Per Tremonti, infatti, "ci voleva un mago per capire in che giorno sarebbero crollati i mercati e di quanto, ma non per capire che la crisi sarebbe arrivata e che le cose non sarebbero rimaste come prima". "Io - sottolinea - la crisi l’avevo prevista già dal 1995".
Salvare il popolo "Per uscire dalla crisi si è passati da una
tasca all’altra, con una piccola differenza, che la tasca dei banchieri è dei banchieri, la tasca del governo è di tutti". Il ministro
dell’Economia dice così che "dovrà esserci una riflessione" sulla scelta di aver aiutato le banche per uscire dalla crisi. E
cita un detto in inglese: "Salvate il popolo, non le banche". E parlando della spesa per la crisi che incide sul debito aggiunge: "È un
rapporto che peggiora per salvare la spesa che si fa per salvare i signori delle banche".
Il Paese non è in declino L’Italia non è in declino, al contrario
guadagna quote di commercio mondiale. Il ministro delll’Economia,
Giulio Tremonti, dal palco del Meeting di Comunione liberazione
manda un messaggio di ottimismo e rifiuta la logica del
declinismo. "L’Italia è stata colpita dalla crisi su un punto di forza e non
di debolezza. Ricordate che per tanti anni ci hanno detto che
Italia era in declino e perdeva quote di commercio mondiale? È
esattamente l’opposto.
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