Politica

Tremonti: «L’etica fiscale dell’Unione? Esenzione per sé, tasse per gli altri»

Francesca Angeli

da Roma

Romano Prodi fa «autogol sull’imposta di successione». Il premier Silvio Berlusconi intervistato da Radio Anch’io torna a commentare la volontà del Professore di ripristinare la tassa di successione. Decisione che appare in stridente contrasto con la donazione esentasse ai propri figli effettuata nel 2003 dal leader dell’Unione.
Per Berlusconi Prodi «ha detto che voleva tassare i principali patrimoni a partire da 250mila euro, ma Bertinotti, interrogato da me, ha detto la verità, ovvero che si parte da 180mila euro». Berlusconi ha poi ricordato che «c'è un Ddl firmato anche dai leader della sinistra come Fassino, che è ancora fermo alla Camera, in cui si chiede di reintrodurre l’imposta di successione secondo la vecchia legge, ovvero a partire da 350 milioni in su. Questa è la vera intenzione e Prodi ne è cosciente, tanto è vero che ha fatto delle donazioni ai suoi figli per 1,6 miliardi di vecchie lire». Poi il premier stempera i toni e definisce la donazione fatta da Prodi ai suoi figli «ammirevole» e «una cosa legittima». Soltanto «i maliziosi - aggiunge Berlusconi - pensano che abbia fatto in fretta, prima che arrivino quelli della sinistra che gli faranno pagare il 33 per cento». E dato che il premier non è malizioso pensa che «l’abbia fatto perché era giusto che lo facesse».
L’eco della vicenda Prodi arriva sino a Vienna dove si tiene in questi giorni l’Ecofin, grazie al ministro dell’Economia Giulio Tremonti che si diletta nel rendere pubblico un messaggino in rima. «Ho appena ricevuto un sms molto carino: il furbetto dell’Unione dona ai figli l’esenzione, a chi vota per l’Unione tocca invece la tassazione». Tremonti confessa di «essere rimasto colpito» dalla donazione di Prodi ai figli. «Il fatto - commenta - dà un’idea dell’etica fiscale dell’Unione: esenzione per sé, tassazione per gli altri. Noi invece non siamo capaci di mettere le mani nelle tasche dei cittadini».
Osservazione simile da parte del ministro per i Rapporti col Parlamento, Carlo Giovanardi che ricorda come «con il governo del centrosinistra le donazioni e le successioni godevano di una franchigia sino a circa 180mila euro aumentati a 250mila dal 2001». Quando il governo del centrodestra abrogò totalmente questa tassa, in Parlamento, prosegue il ministro Udc, il provvedimento venne bollato dal centrosinistra come «una norma odiosa, una minaccia per i ceti medi, la negazione di un principio liberale, un maxi regalo alle grandi famiglie». Per quanto la trovasse odiosa però, aggiunge Giovanardi, «Prodi ha legittimamente utilizzato questa norma, così odiosa ed inutile, per una somma donata ai figli di circa 3 volte superiore a quella che ai tempi del centrosinistra era esente da tasse». Giovanardi dunque giudica vergognoso «che l’ex Presidente del Consiglio abbia motivato la donazione ai suoi figli come qualcosa di giusto e opportuno, quando il suo schieramento politico definisce immorale e odiosa che la stessa possibilità sia concessa agli altri cittadini italiani».
Ovviamente il centrosinistra si stringe in difesa del Professore vittima di un «linciaggio» definendo «vergognoso l’uso che si fa di una vicenda familiare di Romano Prodi che risale a 3 anni fa e che viene utilizzata strumentalmente in campagna elettorale».

Per Rosy Bindi si tratta di un «ultimo colpo di coda della destra».

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