Tremonti: «Ora bisogna riformare le pensioni e il sistema del welfare»

«Sappiamo di avere bisogno di riforme strutturali: il welfare e le pensioni sono da riformare». Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenuto ieri al World economic forum in corso nella cittadina svizzera di Davos, non ha lasciato inascoltato l’appello del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, a liberare risorse da destinare al superamento della crisi.
Anche se il titolare del Tesoro ha sottolineato che l’economia del Paese non è in condizioni disastrose e ha buone potenzialità di reazione alla congiuntura negativa. «Soffriamo - ha spiegato - ma abbiamo molte imprese, abbiamo quattro milioni di partite Iva, un sistema bancario che sembra abbastanza solido», anche se molte banche italiane «non parlano inglese» e possono risultare «primitive».
Anzi, Tremonti ha fatto di più difendendo la validità del piano italiano di sostegno all’economia da circa 40 miliardi di euro, che sono «oggettivamente veri già in bilancio» e rappresentano una somma equivalente agli 80 miliardi tedeschi «il cui importo reale è molto inferiore a quello nominale». Ammontare che secondo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, non è sufficiente: «Le misure attuate non bastano. Per ridare la fiducia bisogna dare un segnale maggiore perché c’è sfiducia nel settore imprenditoriale. Servono interventi per altri 7-8 miliardi, alcuni possono arrivare anche da rimodulazione di fondi». Secondo Marcegaglia, «anche per l’auto bisogna fare in fretta» accelerando il più possibile.
Non è un caso, però, se pure Trichet ha concordato con il ministro dell’Economia, presidente di turno del G8. «Serve molta più trasparenza a tutti i livelli e concordo con la necessità di contrastare la tendenza a perseguire strategie di breve termine che vanno a discapito di programmi solidi».
Un sì deciso alla lotta ai «bilanci falsi» accompagnato da un fermo rifiuto di quelle proposte suggerite dall’ondata di emotività. Anche per questo motivo Trichet ha sottolineato che non saranno aumentati «i parametri prudenziali di capitale, anche se in questo momento c’è una pressione in questo senso da parte dei mercati». Tuttavia il presidente ha lasciato aperta la porta a una soluzione spot come un ulteriore abbassamento dei tassi euro sotto la soglia attuale del 2 per cento.
Lo sforzo «straordinario» compiuto dalla Bce e dagli altri sistemi di governo dell’economia «ancora non è stato pienamente apprezzato» dai mercati finanziari, ha osservato.

E su questo punto la sintonia con il ministro Tremonti appare buona considerato che quest’ultimo ha rigettato la proposta di una «bad bank» globale nella quale riversare gli asset tossici. «Non la devono pagare i soldi dei contribuenti», ha ribadito Tremonti favorevole a una loro «sterilizzazione contabile».

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