Tremonti ormai gioca da solo Evoca il voto, poi smentisce

Roma«Da sempre all’estero evito i temi italiani», ma le parole che Giulio Tremonti pronuncia a margine dei vertici internazionali finiscono sempre per scivolare su beghe domestiche, e quasi mai a favore del governo. È successo anche ieri durante l’Ecofin in Lussemburgo sulla crisi dell’euro e l’emergenza greca. Il ministro ha spiegato a chi gli chiedeva come mai, nonostante le manovre correttive e il peso dell’economia del Belpaese, i titoli di Stato italiani siano considerati più rischiosi di quelli spagnoli, che «dipende anche dall’annuncio di nuove elezioni» per il Parlamento di Madrid. Un annuncio «che di per sé è una prospettiva di cambiamento e quindi un’apertura al futuro».
L’equazione «voto uguale credibilità agli occhi dei mercati» è stata inevitabilmente applicata al governo italiano, anche perché le pagine politiche degli ultimi giorni si sono concentrate proprio sulle opposizioni che, dopo vari tentennamenti, hanno deciso di chiedere elezioni anticipate in nome dell’emergenza economica e politica.
Di precisazioni ne sono arrivate tre. Prima lo stesso ministro ha spiegato: «Dicevo così per dire in realtà la differenza fra gli spread» sui titoli di debito italiani e spagnoli «dipende da tante cose». Poco dopo lo staff di Via XX Settembre ha aggiunto che «il riferimento agli spread spagnoli era ed è di conseguenza esclusivamente relativo alla Spagna e non all’Italia». Infine, Tremonti è tornato a spiegare che «non stavo parlando di politica interna. Ogni riferimento all’Italia è di conseguenza totalmente infondato e strumentale». Smentite andate a vuoto, messe in ombra dagli attestati di stima, ben più numerosi e rumorosi, che il centrosinistra ha tributato a Tremonti. La tesi condivisa da Pd, Idv Udc e Fli è che il ministro con la battuta sullo spread ha, di fatto, sfiduciato il governo e Silvio Berlusconi.
Dall’esecutivo sono arrivati tanti mugugni lontani dai microfoni e una censura esplicita, quella di Renato Brunetta. Il responsabile della Pubblica amministrazione ha liquidato quella di Tremonti come una gaffe, ma non per questo ha fatto sconti al collega economista e ministro. «Ogni tanto anche i professori seri come Tremonti dicono qualche stupidaggine». Anche perché, questa la tesi di Brunetta, i mercati difficilmente tifano per le elezioni anticipate. «Abbiamo bisogno di stabilità chi verrebbe dopo di noi? Vendola, il Pd spaccato? Chi saprebbe fare manovre per 260 miliardi di euro come quelle fatte dal 2008 al 2014?».
La battuta sullo spread ha fatto passare in secondo piano le rassicurazioni di Tremonti sulla situazione italiana. «Con il pareggio di bilancio c’è la tenuta dei conti pubblici anche in assenza di crescita» ha ribadito ieri il ministro al termine del vertice dedicato alle nuove regole per i mercati finanziari.
In sostanza, le ultime manovre italiane sono tarate anche per il peggiore degli scenari e il motivo è che le uscite, al netto degli interessi sul debito, sono minori rispetto alle entrate. «L’Italia - ha rivendicato Tremonti - è uno, forse l’unico Paese al mondo che ha l’avanzo primario. Noi siamo in controtendenza e questo contribuisce alla discesa del debito pubblico, siamo sulla strada giusta, altri meno».


Avere anche la crescita sarebbe «ideale» ma, nel complesso, la situazione italiana è buona su vari fronti, compresa l’occupazione e la stabilità del sistema delle pensioni come dimostra il consenso delle istituzioni europee e i dati Eurostat. Con buona pace dello spread con i titoli tedeschi, delle richieste di elezioni anticipate e delle battute.

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