Era passato alla storia come lo stabile del covo delle Br che parteciparono al sequestro di Aldo Moro nel 1978. Oggi il condominio di via Gradoli 96, periferia nord di Roma, torna prepotentemente sulle prime pagine per una vicenda che con il terrorismo non ha niente a che fare. Al primo piano di una delle due palazzine condominiali sarebbe infatti avvenuto, nel luglio scorso, lincontro tra il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e un transessuale di origini brasiliane di circa 30 anni.
Una strada, destini diversi. Palazzine di quattro piani in mattoncini marroni, classici degli anni 70. Edifici uguali, abitanti diversi. Tantissimi gli extracomunitari e molti i transessuali che hanno scelto questa elegante e tranquilla stradina a pochi metri dalla Cassia per gli incontri con i propri clienti. «Qui affittano perfino gli scantinati, anche mille euro al mese per poco più di 40 metri quadrati - spiega Daniela, 38 anni, transessuale italiana -. È una sorta di alveare questo, a farla da padrona sono le sudamericane, quasi tutte brasiliane».
Condomini trasformati in una sorta di casa di appuntamenti multietnica. «Di politici e attori ne abbiamo visti tanti, chi viene con noi è disposto a spendere anche 1.500 euro a notte, soprattutto se cè cocaina: è un andirivieni continuo di vip - spiega Sonia, 21 anni -. Quasi tutti preferiscono le brasiliane: sono pronte a tutto, per pochi spiccioli. A gestirle sono le mamme, maitresse brasiliane sui 40 anni». Brasiliana è anche Natalie, la ragazza che avrebbe avuto lincontro con Marrazzo.
Nel comprensorio regna un silenzio quasi irreale, in pochi hanno voglia di parlare. In pochissimi ricordano del sequestro Moro. «Vivo in questo condominio dal 1987 - racconta Raffaele, 38 anni -. In casa ho molti libri sulle Br e su quella terribile vicenda di 31 anni fa. Queste palazzine devono avere qualcosa di particolare.
Meno male...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.