Emanuela Ronzitti
Quel treno della libertà che viaggia sul filo della giovinezza a un tratto si arresta. Succede sulla soglia dei trentanni, quando ci si guarda indietro con aria riflessiva e consapevole di aver segnato già varie tappe nella vita. Alcune decisive, altre ancora in evoluzione. Succede nella commedia di Marco Falaguasta «Andata e ritorno», interpretata dalla compagnia «Bona la prima» e andata in scena per tutta lestate, nella splendida cornice di Villa Sciarra. Ancora pochi giorni (fino a domenica, alle 21.15) per poter gustare una commedia dal tono frizzante e condita da una buona dose di saggia introspezione. Tre giovani amici, Daniele, Simone e Pino, dopo un lungo distacco si riscoprono a parlare della loro vita e a rendicontare le loro scelte. Quelle di uno sposato, di un divorziato e di un sacerdote, fatte a ventanni sotto il segno dellinesperienza e sulla scia delle emozioni trascinate dallentusiasmo tipico delletà. Il tutto incorniciato a dovere dalle vibrazioni emesse dal brano inedito che Giorgia ha composto per loccasione. Tra gli altri interpreti della commedia, Piero Scornavacchi, Marco Fiorini e Tania Zamparo .
Domenica calerà il sipario su «Andata e ritorno». Marco, tu che ne sei autore e regista pensi che questa rappresentazione rimarrà come un altro «sogno di una notte di mezza estate» da archiviare come un gran successo?
«Certamente sì. In media ogni sera cerano 150 spettatori, ma abbiamo anche raggiunto punte di oltre 230».
Qual è la ricetta di questo gran risultato?
«Sai, Villa Sciarra è ormai un appuntamento fisso dellestate romana, un prodotto ben curato. Non è che il prolungamento di quel lavoro che durante lanno va in scena sul palco del Testaccio. Per il pubblico della compagnia Bona la prima ormai siamo diventati quasi un genere, da seguire».
Galeotta la tua commedia. Se Giorgia decidesse di pubblicare linedita canzone «Animo ribelle» come ti sentiresti nei panni di musa ispiratrice?
«Ne parlerò con lei, se dovesse succedere. Giorgia, dopo aver visto una rappresentazione mi ha detto di avere limpressione di parlare la mia stessa lingua. La sua, però, è musicale.»
Siamo noi a scegliere nella vita o è la vita che sceglie per noi?
«A volte è il destino a sceglierci, ma quando mi sono accorto che mi ero seduto un po troppo sulle onde della vita, mi sono rimesso in discussione sconvolgendo ciò che non mi piaceva più».
Ora che hai 35 anni è già tutto prestabilito nel tuo cammino?
«Cosa ci può essere di già prestabilito nella vita di chi, ogni giorno, si affaccia dalla finestra di casa a guardare se il tempo permetterà lo spettacolo?».
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