A trent'anni dalla morte di Stratos gli Area «sbancano» New York

Due ore di concerto al Brecht Forum rilanciano una delle più importanti band del rock progressive in salsa italiana. Il gruppo, composto da Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, Ares Tavolazzi, Walter Paoli e Mauro Pagani sta pensando a un tour in Italia

Ci sono voluti trent'anni ma l'attesa è valsa la pena. Il gruppo degli Area, band storica fondata agli inizi degli anni Settanta, ha dato a New York una dimostrazione di quanto quella che, all'epoca, veniva definita musica progressive sia ancora oggi di straordinaria attualità. In un concerto di due ore al Brecht Forum, un circolo culturale indipendente, Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, Ares Tavolazzi, Walter Paoli e Mauro Pagani hanno ricreato la stessa atmosfera underground in cui si sono mescolati alla perfezione jazz, rock, fusion, musica elettronica. A chiudere il cerchio mancava l'inconfondibile voce di Demetrio Stratos, stroncato proprio a New York nel '79 a soli 34 anni da una grave malattia. Special guest della serata il sassofonista jazz Avram Fefer, il batterista J.T. Lewis ed il chitarrista Marco Cappelli. Un connubio che ha dato un tocco jazz di alta classe a brani come «Arbeit macht frei», «Nervi scoperti», «L'albero di Odessa», «Luglio, agosto, settembre (nero)». «Sono felice come un bambino - ha detto all'Ansa quasi commosso l'ex Pfm Mauro Pagani -. L'anno scorso per il trentennale della morte di Demetrio avevamo fatto un tentativo di riunione a Siena, ma ora ci è venuta voglia a tutti di suonare, credo che succederà qualcosa». Per una generazione, quella post '68, il concerto degli Area a New York è stato un emozionante ritrovamento, per quelli più giovani invece una sensazionale scoperta. Lo stesso J.T. Lewis li ha definiti degli eroi della musica senza giusto riconoscimento. «Meritano tutto l'apprezzamento possibile - ha detto - e credo che siano addirittura migliorati ora. Sono come rinati. Ascoltando vecchie registrazioni, sono stato colpito dalla voce di Demetrio Stratos. C'era cosi tanta musica nella sua voce, un fenomeno così si verifica una volta nella vita, avrei voluto incontrarlo».

Visto il successo newyorkese non è escluso che la band possa ipotizzare un nuovo ingresso sulla scena musicale. Lo lascia intendere lo stesso Pagani alla fine dell'incontro all'Istituto Italiano di Cultura che ha preceduto il concerto.

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