Triboniano, via ai lavori Il quartiere protesta: «Si andrà al collasso»

È cominciata la bonifica dopo l’incendio di domenica. Residenti contrari alla creazione di tre aree per i nomadi: «Sarà impossibile controllare gli arrivi»

Sono cominciate ieri mattina le operazioni di pulizia e di bonifica del campo nomadi di via Triboniano andato parzialmente distrutto dall’incendio di domenica. Operatori del Comune, della Protezione civile, dell’Aem e rappresentanti della Casa della carità hanno effettuato un sopralluogo per predisporre l’allacciamento dei contatori di energia elettrica all’interno dei container che a partire da lunedì saranno sistemati nell’area. Per una maggiore sicurezza all’interno del campo è previsto anche il potenziamento dell’illuminazione e l’installazione di fari che garantiranno un’illuminazione diffusa per tutta la zona. Allo stesso tempo è prevista la costituzione di un presidio sociale e di sicurezza che seguirà costantemente le operazioni di completamento della ristrutturazione e terrà un rapporto diretto con la popolazione Rom che sarà «informata e coinvolta attivamente nello svolgimento delle operazioni». «Vogliamo gradualmente risanare quella zona - spiega l’assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli - e siamo partiti proprio dalle montagne di rifiuti presenti attorno e nel campo. Il nostro piano privilegerà la sicurezza e l’integrazione con la realizzazione di un sistema di legalità condiviso». Nel campo rimarranno solo le famiglie in regola con il permesso di soggiorno (già censite dopo l’incendio dell’estate 2006 e che sono state accolte nel campo provvisorio) e coloro che risultano assegnatari di una piazzola fin dal 2001. Questi ultimi saranno ospitati nei container collocati nella zona ristrutturata del campo di via Triboniano e nella parte libera dell’attiguo campo di via Barzaghi. Per il presidente della Casa della carità, don Virginio Colmegna, «il vero problema sarà garantire che nei campi risiedano solo i rom censiti».
Netta, invece, l’opposizione dei residenti al piano del Comune che prevede la suddivisione in tre strutture del campo («una follia»). «Tre campi in quella zona - spiega Antonietta Spinella, rappresentante del comitato di via Triboniano - non riusciranno mai a gestirli. Sono dieci anni che ci provano. Spalmare i rom su ventimila metri quadrati non è certo una soluzione. I cittadini non sono mai stati coinvolti. Nessuno è mai venuto a parlare con noi, forse solo perché siamo in pochi ad abitare lì. Tutti i giorni, comunque, dobbiamo vivere in mezzo alla sporcizia e all’illegalità».

La soluzione non convince nemmeno Loredana Ponzoni, rappresentante del Comitato di Certosa Garegnano: «Il nostro quartiere è a 500 metri da quell’insediamento. Sono anni che ci dicono che lì avrebbero ospitato al massimo cento persone. Ora, invece, ce ne sono più di mille e con la divisione in tre campi siamo sicuri che aumenteranno ancora».

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