Trieste capitale della bella vita Ma è solo questione di gusti

STRANI I dati «oggettivi» sono in realtà soggettivi. E c’è chi non è d’accordo nemmeno con se stesso

Adesso è Trieste. Non c’è posto migliore per vivere. Capitale della bella vita più di Las Vegas. Lavoro, sicurezza, servizi, ambiente, tempo libero. Tutto a cinque stelle. Lo dice il Sole 24 Ore che da vent’anni, per tradizione, mette giù la classifica delle città dove vivere è uno sballo, la hit parade della «qualità della vita», insopportabile tormentone, posti dove fuggire per rifarsi una vita o da non abbandonare mai a qualunque prezzo. L’anno scorso lassù c’era Aosta, ieri come oggi seconda è Belluno. Anche Agrigento, che è ultima su 107, ha guadagnato sei posizioni ma verso il fondo. Penultima è Napoli. Com’è facile prevedere anche senza fare calcoli in zona Champions c’è molto nord Trento, Aosta, Bolzano, Piacenza, Rimini, e abbastanza centro, Macerata, Grosseto, Siena. Il Sud come sempre è in zona retrocessione, la Sicilia davanti alla Campania.
Trieste non è più un paese per vecchi ma la nuova frontiera del vivere. Il fatto è che la città più felice d’Italia non è mai la stessa per tutti. Per Legambiente, tanto per dirne un’altra, è Verbania, sponda piemontese del Lago Maggiore, poco più di trentamila abitanti uno più contento dell’altro. Ecologicamente perfetta. Trieste qui non c’è, Belluno è ancora seconda anche se finisce per «uno» e sta a vedere che adesso gli viene la sindrome dell’eterno sfigato secondo. Catania ultima, peggio di Agrigento e Napoli. Milano meglio di Roma di quasi venti posti. In compenso per Italia Oggi Roma è meglio di Milano. Però non è Trieste e nemmeno Verbania il Walhalla. È Siena, che è pur sempre patrimonio mondiale dell’umanità, anche se basterebbero come garanzia il Chianti, il panforte, e i pici al ragù di cinghiale. Le variabili che fanno classifica: servizi, lavoro, ambiente e sicurezza. Sempre quelle. L’ordine dei fattori resta uguale ma il risultato cambia sempre, nuova proprietà transitiva degli ecomaniaci delle liste di cui ci sfuggono tutte le ragioni. Altrimenti non si capisce perché Agrigento è ultima pure qui. Se si va sotto i 100mila abitanti, che in teoria è già il meglio che c’è, la capitale della dolce vita diventa Brunico, val Pusteria, provincia di Bolzano, quindicimila abitanti e l’abitudine di ospitare i ritiri delle squadre di calcio. Lo certifica il Centro Studi Sintesi. I parametri? Indovinate. Benessere economico, istruzione, partecipazione alla vita politica, rapporti sociali, grado di sicurezza, ambiente, qualità dell’aria, attività personali, salute. Gli stessi di tutti ma d’accordo con nessuno. E siamo da capo.
All’estero è uguale. Per Forbes Lucca è «il paradiso in terra». Un posto tranquillo «di classe e senza la folla di turisti che c’è a Pisa», immersa nel verde delle colline, vicina a Firenze, a un’ora dal mare e dall’Abetone per sciare. In Europa solo l’Isola di Patmos, sull’Egeo, è meglio di Lucca per comprare casa, fare figli e andarci a vivere. Ma se pensate che Forbes sia almeno d’accordo con se stesso vi sbagliate. Italiano come noi. Perché solo cinque mesi prima, da aprile a settembre, aveva scelto Gaiole, duemila anime nel Chianti, come posto più sano e più bello. Primo in Europa non più secondo. Meglio di Saint-Remy-de-Provence e Copenaghen che è invece la città più vivibile del mondo per il mensile inglese Monocle secondo il quale l’unica città italiana dove vale la pena di mettere tende è Genova «la prossima, nuova Barcellona». Tutto il mondo è paese.
La verità è ovvia come tutte le verità: l’oggettivo è soggettivo. La città dove si vive meglio ed è un dato di percezione personale non basato per forza su parametri scientifici o pseudo scientifici. Se Torino è la città a misura di bambino per eccellenza, secondo l’indagine di «Ecosistema bambino», che postaccio deve essere abitarci per chi non ha messo al mondo figli.

E Alessandria e Trapani, che Men’s Health qualche anno fa classificò come le città dove si fa meno sesso, sono un inferno o un paradiso per uno, così per fare un esempio, come Rocco Siffredi? E perché allora i sindaci più amati, classifica sempre del Sole, sono quelli di Torino, Verona e Reggio Calabria? Trieste ieri, giorno della sua incoronazione, si svegliata sotto una bufera di ghiaccio e neve, aeroporto chiuso, cinque gradi sottozero fissi e Bora a 100 chilometri orari. È bellissimo viverci. Ma solo se riesci ad aprire la porta di casa...

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