È il trionfo di Moratti tra tv, radio e gaffe «De Rossi? Lo capisco»

da Milano

Presidente, gli chiede una giovane giornalista radiofonica, adesso che ha vinto lo scudetto, ha voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa? Calca, galleria De Cristoforis che lo ha accolto con un applauso scrosciante, automobile a motore acceso che lo attende, fans e perditempo che scattano con fotocamere hi-tech e cellulari, una meno venti, anche voglia di mettere qualcosa sotto i denti. Il presidente la guarda e fa: «No, adesso proprio non sento questo tipo di esigenza. Non è esattamente la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver vinto lo scudetto».
Insomma dell’Italia che dalle 17 e rotti di domenica rosica qualcosa, Massimo Moratti non fa parte. Ma spedisce a tutti una letterina neppure troppo ermetica, la prima gli parte mentre sta ancora pulendo l’arma, un colpo all’improvviso e poi infatti un po’ si pente: «La finale di coppa Italia di sabato? Io a Roma ci andrei con i ragazzini!». E poi aggiunge: «Così almeno gli arbitri faranno più fatica ad aiutarci». Più tardi si renderà conto che nel clima arroventato di questo finale di stagione, forse quell’uscita suona un po’ come sberleffo e allora si spiega meglio: «Io l’ho detto perché mi auguro che l’atmosfera attorno a questa finale sia festosa e meno astiosa. La Roma è stata un fiero avversario, ha giocato molto bene e all’Olimpico ci andremo con la prima squadra».
Poi ci sarebbero eventualmente le dichiarazioni di Daniele De Rossi e altri compagni di squadra non esattamente elogiative nei confronti dei neo campioni d’Italia, e qui Moratti ha fatto il diplomatico: «Ho tanta comprensione per la loro rabbia». E ha aggiunto: «Capisco che si possano avere dentro tante cose da dire quando si fa molta fatica e si pensa di meritare qualcosa. Ma non bisogna essere pignoli sulle dichiarazioni di un giocatore a fine partita, quando è stanco, arrabbiato e dispiaciuto».
Il clima è quello che è, domenica sera qualcuno durante una celebre trasmissione televisiva ha apertamente accusato la Roma di aver tentato per tutta la stagione di far passare l’Inter per la nuova Juventus del campionato. E qualcun altro, su rete diversa, ha improvvisato una proposta di rappacificazione con la Juventus per tornare alla normalità dei rapporti. Qui Moratti è stato una cesoia: «Tornare alla normalità? Dovrebbe essere la Juventus a farlo, perché sono loro che ci hanno creato questo problema». E davanti a una nuova provocazione, peraltro fatta da un ministro interista che proponeva una vittoria a tavolino nella prossima Champions, Moratti è riuscito a ridere: «Non è male come idea», ha risposto a Ignazio La Russa collegato telefonicamente tramite Radio Rai-Gr Parlamento. Ha parato molto il presidente, l’unica che gli è riuscita poco è stata la difesa degli ultrà che hanno assalito l’asilo di Parma nei pressi del Tardini: «Forse l’hanno confuso con la pancia dello stadio», ha detto. Parole buone per il Milan: «Contraccambio la simpatia usata nei nostri confronti da Berlusconi. Il Milan è forte e riuscirà a riprendersi molto velocemente», e poi due righe di mercato: «Sarà un’Inter più italiana, Adriano è un calciatore in rinascita e credo che tornerà. Il contratto a Balotelli non sarà un problema.

Gerrard non è un’ipotesi percorribile, di Lampard si parla solo molto». E Mancini? Ecco che lo sguardo cambia, si dice fino a mercoledì sera alle 22,30, finale di Champions, quando il Chelsea avrà deciso quanto offrire al Mancio. Ma lo sguardo del presidente non invita ad approfondimenti.

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