nostro inviato a Pisa
Se questa è l'Italia 2 è il caso di prendere qualche appunto e di lucidare il credito del calcio italiano e del suo torneo, preso a martellate solo per la cattiva fama dei club metropolitani in Champions. Se questa è l'Italia 2, la pesca di Marcello Lippi può considerarsi ricca specie se si considerano il valore e il futuro di un paio di pedine ammirate ieri sera, Santon e Giuseppe Rossi su tutti, e se poi si inseriscono nella contabilità positiva le imprese balistiche di Foggia (colpo sotto a mo di Totti) e Pellissier (girata al volo con il rivale appiccicato alle spalle) oltre che il battesimo internazionale di ben sei giocatori, 4 nel primo tempo, 2 nella ripresa (nell'elenco da inserire anche Galloppa del Siena oltre che Mascara del Catania, la provincia alla riscossa). Certo, gli irlandesi sembrano arrivati a Pisa più per gustare qualche boccale di buona birra che per dare battaglia sul prato dello stadio, ma la ridotta cifra dei rivali non giustifica il rotondo risultato, qualche bella intesa e giocate a volte spettacolari eseguite in velocità e con precisione. Non sappiamo granchè di Marchetti, portiere del Cagliari, considerato da Buffon stesso il suo prossimo erede: neanche un tiro in porta, si scalda passeggiando in vistosa tenuta rossa.
La prima segnalazione è per Davide Santon, 18 anni, debuttante di primo pelo, appena uscito dal bozzolo interista con lo scudetto sul petto. Gioca da laterale destro come se avesse frequentato da sempre il club Italia, con personalità e stile, sotto i riflettori luccicano i suoi scarpini arancione ma non si tratta di un effetto ottico. Al primo giorno si può considerare già abile ed arruolato per la qualità complessiva della sua prova: difende con puntiglio, appena guadagna campo segnala la precisione dei suoi cross. Gli fa giusta compagnia Giuseppe Rossi, classe '87, che è già al quarto cartellino azzurro e può esibire il suo sinistro perfido appena Mascara gli serve una palletta nel corridoio giusto in area di rigore infiocchettando così il suo primo sigillo in Nazionale. Non si accontenta di quel fulmine che scheggia il palo. Riempie la sua performance di molte rincorse, dribbling utili e di un assist in apertura di ripresa che consente a Foggia (appena arrivato al posto di Mascara) di firmare con uno spettacolare cucchiaio il 2 a 0. Non è assolutamente un caso se il Manchester City, d'improvviso, l'abbia inserito nell'elenco dei possibili rinforzi, rimpiazzando quel disastro di Robinho: trattasi di indiscrezione di calcio-mercato molto attendibile. Sono i due più attesi della variopinta compagnia allestita da Lippi prima della partenza per il Sud-Africa: gli altri che pure non si tirano indietro e mettono in vetrina un impegno gagliardo, hanno meno occasioni per salire alla ribalta e catturare l'occhio dello stadio pisano, svegliato dopo la mezz'ora da una minuscola e isolata contestazione (bengala e cori spediti contro Matarrese, ormai da qualche settimana ex presidente della Lega). Gamberini, di testa su angolo, sfiora il raddoppio, Pazzini può farsi vivo su rigore (toglie a D'Agostino l'incarico) ma scheggia il palo: sono lampi improvvisi nel contenitore di una sfida che decolla nella seconda frazione quando l'Italia ha il sopravvento sullo schieramento difensivo dell'Irlanda del nord. Si capisce al volo che Gattuso è sulla strada del recupero pieno mentre Montolivo continua a non incantare. Citazione a seguire per Foggia e Pellissier, esponenti di quell'Italia di riserva che può tornare utile alla prima occasione, magari ad agosto nell'amichevole in Svizzera.
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