Ogni fine di stagione conferma che buon gusto e buon incasso sono un ossimoro. Intanto edizioni lontane dei grossi festival spargono residui film su sale disertate.
L'esercizio cinematografico italiano si lamenta perché i film americani estivi - perfino più brutti di quelli invernali - si adeguano alle assenze del pubblico, rinviando le uscite all'autunno. Ne approfittano i titoli non-americani rimasti nei cassetti, come Verso il sud di Laurent Cantet (Mostra di Venezia, 2005).
Regista noto per l'attenzione verso il mondo del lavoro (Risorse umane), che è vieppiù il mondo della disoccupazione, Cantet amplia qui la sua critica sociale al turismo sessuale. Prende tre attrici cinquanta-sessantenni (Charlotte Rampling, Karen Young, Louise Portal) e affida loro personaggi di bagnanti nella Haiti di vent'anni fa, quando il sopruso della dinastia Duvalier prevaleva sull'attuale caos.
L'inutile sfondo rétro di Verso il sud fa pensare che - senza i Duvalier - Haiti potesse essere diversa: o che lo sia adesso, mentre non lo è. L'altra debolezza è aver scelto attrici mature, ma non sfatte, per farne delle infoiate di un solo gigolò (Cesar Menothy).
Lo spettatore italiano si chiederà perché signore facilmente più desiderabili di sua moglie si riducano a pagare i favori di un guizzante negretto quando tanti meno guizzanti bianchi si prodigherebbero gratis e con entusiasmo.
Il fatto è che negli Stati Uniti e in Canada la fine dell'età erotica precede di un pezzo la fin dell'età fertile: in sostanza, a quarantacinque si chiude col sesso, anche occasionale, più radicalmente di quanto accada in Italia. Ciò spiega perché certe irriducibili, sebbene ben conservate, debbano volare ad Haiti (e non solo) per le ultime emozioni.
Tutto questo il film di Cantet dà per scontato, inficiando la credibilità della vicenda, di per sé ripetitiva: Verso il sud sembra l'epilogo triste di Emmanuelle, con Haiti che sostituisce la Thailandia e la Rampling che sostituisce la Kristel.
VERSO IL SUD di Laurent Cantet (Francia/Canada, 2005), con Charlotte Rampling, Karen Young. 105 minuti.
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