Troppa pancia? Tutta colpa del gene del piacere

Nelle persone grasse il cervello impiega più tempo a recepire il senso di soddisfazione

Troppa pancia? Tutta colpa del gene del piacere
Milano - È tutta una questione di sensibilità al piacere, già scritta nel Dna al momento della nascita. Secondo una ricerca americana, è un gene a decidere quanto velocemente gli stimoli di soddisfazione arrivano al cervello e quindi quanto in fretta sopraggiunga la sensazione di benessere tipica di chi ha mandato giù un manicaretto cucinato come si deve. Vuol dire che gli «oversize» sentono meno degli altri il gusto di un piatto di lasagne? Niente affatto. Il piacere all’assaggio dipende dagli organi del gusto, ma una volta iniziato il processo digestivo, subentra la chimica del nostro corpo, modellata dai geni. Il colpevole principale, secondo questi studi, è uno: si chiama Taq1A1. Una sigla astrusa dietro la quale c’è un processo, che avviene dentro il nostro corpo, ormai chiarito dai ricercatori.

Quando mangiamo, così come quando compiamo una qualunque azione dagli effetti piacevoli, dal sesso alle droghe, produciamo una sostanza che si chiama dopamina. Si tratta di una specie di messaggero: un neurotrasmettitore che porta al cervello il messaggio del piacere. La dopamina deve consegnare il suo messaggio ai recettori e qui nasce il problema: se si possiede, per impostazione genetica, una bassa quantità di recettori, per arrivare alla soddisfazione del piacere bisogna continuare a mangiare, cioè a inviare dopamina. Da qui l’insorgere dell’obesità.

La questione è al primo posto nell’agenda della ricerca medica in tutto il mondo, Europa e Usa in testa, visto l’incremento dei cittadini «malati». A far eco a questa ricerca pubblicata oggi dalla rivista scientifica Behavioural Science, anche altri studi internazionali che puntano il dito sull’origine genetica della fame extralarge.
Ieri intanto è stata presentata anche la ricerca condotta da University e King’s College di Londra, che riconosce come colpevole del peso in eccesso il cosiddetto «ormone della sazietà», l’ormone Pyy. In breve se i livelli dell’ormone nel sangue sono alti scatta la sensazione di appagamento, in caso contrario la fame.

Anche questa ricerca, pubblicata su Nature, indaga quindi sui meccanismi che generano nel cervello la sensazione di soddisfazione. Studi che intendono essere un punto di partenza per cercare rimedi medici efficaci per combattere il grasso in eccesso.

La speranza di tutti i grassi del resto è sempre la stessa: combattere la pinguedine senza fare fronte ai sacrifici imposti dai vecchi rimedi: mangiar sano e in quantità moderate e fare moto. La popolazione degli «extralarge» del resto può consolarsi fino a un certo punto delle scoperte che imputano a origini genetiche la propria tendenza a ingrassare: la causa ultima è sempre il mangiare troppo.
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