Il centro storico di Roma sotto scacco per lennesimo incendio dei cavi Acea. Blackout totale per il Campidoglio, la Prefettura, la sede della Provincia, ministeri e Parlamento, uffici e negozi. Fontana di Trevi spenta, stessa sorte per i semafori da piazza Venezia a via Nomentana, lilluminazione stradale è mancata nei rioni e suburbi del centro venerdì scorso, e in forma programmata sabato e domenica. 15 mila utenze telefoniche di Telecom, Wind ed altre società minori (reti ottiche della Colt e della Sirti etc.) sono rimaste interrotte per oltre 40 ore. La causa? Lincendio di alcuni cavi elettrici di media tensione (da 20.000 volt) di Acea-Distribuzione e il conseguente blocco della cabina di distribuzione Astalli. I tecnici dellazienda elettrica hanno smentito il surriscaldamento per eccessiva richiesta di energia. «Al momento dellincendio (ore 16,02) - hanno spiegato - il livello era ampiamente nella norma: il consumo era di 1.900 mega watt».
La crisi di nervi viene dal fatto che non è la prima volta che disastri del genere avvengono in città. Solo qualche mese fa, esattamente a marzo scorso, un altro incendio dei cavi elettrici lasciò mezza città al buio: da Laurentino allEur, da Torrino a Trigoria, dalla Montagnola alla Cecchignola fino a Torpagnotta. Anche in quel caso 30mila utenze furono coinvolte. Ben sette squadre dei vigili del fuoco furono impegnate per liberare le persone intrappolate negli ascensori e bonificare i tombini dellEur invasi dal fumo dei cavi bruciati. I vigili urbani dovettero agire per almeno quattro ore per sbrogliare il traffico impazzito allEur e dintorni, sulla Cristoforo Colombo, via Pontina e via Laurentina.
In ultimo, come trascurare il grave incidente sul lavoro verificatosi la settimana scorsa? L.R., operaio dellAcea impegnato in una cabina elettrica «non a norma» allinterno della scuola elementare Giovanni Cagliero al Tuscolano, è finito al centro ustionati dellospedale SantEugenio perché un vecchissimo interruttore gli è esploso in faccia. Unulteriore dimostrazione che con la corrente elettrica non si scherza. La gestione di una rete elettrica complessa necessita di alte professionalità, di investimenti per le manutenzioni e per la prevenzione degli infortuni. Il personale afferma che sta succedendo il contrario, mentre lA.D. Andrea Mangoni a maggio scorso, in occasione dellassemblea degli azionisti, ha comunicato che «cospicui investimenti sono in corso per ammodernare e potenziare le reti di distribuzione, recuperando ritardi che deprimevano laffidabilità del servizio e innalzavano sensibilmente i costi delle manutenzioni e delle riparazioni.
*Presidente assemblea
dei piccoli azionisti Acea
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