Dico subito quel che penso in generale di pedofili e loro fornitori e poi della scarcerazione dei presunti pedofili di Rignano alle porte di Roma. Ho sempre pensato - e i politicamente corretti faranno bene a volermene - che se non i pedofili, almeno coloro i quali seviziano, violentano, uccidono bambini per fornire materiale video ai pedofili meritino la pena di morte. Quindi, nessuna condiscendenza.
E veniamo alle scarcerazioni di Rignano. I sentimenti che la decisione del tribunale del riesame provoca sono duplici. Da una parte quella decisione esacerba una ferita grave perché la collettività odia i pedofili e oggi teme che alcuni di loro alle porte di Roma siano stati liberati. Dall’altra la stessa decisione suscita sollievo perché se il tribunale del riesame ha constatato che non ci sono prove, è giusto che gli arrestati tornino il libertà. C’è poi un terzo sentimento che emerge ed è l’indignazione verso quei magistrati che sbagliano sulla pelle dei cittadini, grandi o piccoli, perché qui i casi sono due: o ha sbagliato chi ha arrestato (massacrando degli innocenti) o ha sbagliato chi ha liberato, nel caso che siano massacratori di innocenti. Le maestre coinvolte in questo caso molto dubbio possono essere innocenti oppure colpevoli, non lo sappiamo. Ma sappiamo che qualcuno fra i magistrati è colpevole.
Né possiamo dimenticare quel che è già accaduto in anni recenti: nel 2000 don Giorgio Govoni, accusato di pedofilia, morì di crepacuore e fu scagionato dopo la morte. Nel 2001 a Brescia uno scandalo di molestie sessuali travolse quattro scuole elementari, salvo scoprire che alla base delle accuse c'erano sempre le stesse famiglie. Nel 2005 a Bari una maestra fu arrestata e dopo un anno il Pm chiese l'archiviazione perché il fatto era inesistente. Lo scorso anno a Mombercelli in provincia di Asti due maestre della materna furono assolte dall'accusa di abusi perché il fatto non sussisteva ed è di quest’anno la notizia del Pubblico ministero di Reggio Emilia che ha ritenuto suo dovere presentare davanti agli alunni e alle famiglie le sue scuse all'imputato di turno.
Che cosa vuol dire questo? Che accanto al mostruoso dilagare della pedofilia, specialmente via Internet, dilaga anche qualcosa di torbidamente prossimo alla caccia alle streghe. Ripeto: nulla sappiamo e nulla possiamo dunque dire sulla colpevolezza o l’innocenza dei coinvolti di Rignano, benché abbiamo letto agghiaccianti interviste fatte con la telecamera ai bambini di quella scuola ed era sconvolgente apprendere quel che il mondo degli adulti cercava di far ammettere ai bambini. Ci sono senz’altro dei punti oscuri nella vicenda.
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