Esplode la rabbia a Poasco, frazione di San Donato Milanese. La convivenza coi vari campi nomadi situati nel territorio, sembra diventata impossibile. «Ogni giorno subiamo furti - commenta un residente -, già nel tardo pomeriggio siamo a rischio». Parlando coi residenti, traspare una diffusa sensazione di insicurezza.
Sabato scorso si è verificato lennesimo furto che a causa dellesasperazione della gente poteva concludersi in maniera tragica per cinque rom. Un furgone posteggiato vicino al capolinea della 77 è stato preso dassalto, la donna faceva da palo mentre gli altri quattro bucavano il serbatoio e con una tanica tentavano di rubarne il carburante. Tre poaschesi sono intervenuti riuscendo a bloccarne due, poi arrestati dai carabinieri. «Ma non è finita qui - commenta un residente -, dopo tre giorni uno di questi è venuto nella piazza del paese, e a minacciato di spararci. Da quella sera abbiamo deciso di fare delle ronde in paese e tutte le notti, armati di cellulare, giriamo nel nostro territorio».
Laltra sera è intervenuta anche la Lega. È stata fatta una manifestazione nelle vicinanze del campo di Chiaravalle: 300 i residenti in piazza. Ieri sera il bis e per il Primo Maggio via a un presidio fisso. «Siamo decisi ad andare avanti - commentano i manifestanti -, noi chiediamo al sindaco Moratti di smantellare i campi nomadi che portano solo problemi. Vogliamo da parte delle istituzioni una maggiore attenzione, a costo di continuare la mobilitazione e le ronde». Nei prossimi giorni la Lega organizzerà una manifestazione: «Dobbiamo riprenderci il nostro territorio - commenta il segretario provinciale Marco Rondini -, abbiamo portato la solidarietà ai cittadini, siamo pronti a sostenerli, finché le autorità non saranno sensibili al problema».
Per lassessore regionale al Territorio e Urbanistica Davide Boni «lelevata partecipazione al presidio di Poasco testimonia che i cittadini sono stanchi di subire linsediamento di campi nomadi vicini alle proprie abitazioni. Non possiamo permettere che i comuni adiacenti a Milano siano il rifugio di chi, non avendo una fissa dimora, vive clandestinamente, senza un lavoro: costringendo i propri figli a chiedere lelemosina».
Proprio per ascoltare le esigenze dei lombardi - prosegue Boni - le modifiche introdotte alla legge regionale per il governo del territorio - nel 2005 - sono finalizzate a regolamentare la presenza di campi nomadi, stabilendo che la creazione di campi di sosta o di transito dovrà essere effettuata solo attraverso il consenso dei comuni limitrofi, evitando situazioni paradossali nelle quali alcune amministrazioni decidono di edificare un campo al confine con un altro comune, scaricando su questultimo tutti i problemi a esso connessi».
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