Troppi interessi sul porto di Arenzano

(...) azionisti: 51 per cento Comune di Arenzano e 49 per cento Valle Mario s.p.a., il capitale è di 800 milioni di lire.
Il Comune, oltre a versare la sua parte di capitale, rinuncia alle proprie concessioni demaniali del porto, dei bagni Lido ed Arenzano, per favorire il subentro della nuova società: la delibera di Giunta che disegna questo percorso stabilisce anche che la Porto Spa riconoscerà al Comune, a titolo di risarcimento, «una somma che verrà stabilita in seguito». Le attrezzature e gli impianti di proprietà comunale esistenti in loco, vengono conferiti alla Porto Spa: il tutto è stimato 384 milioni di lire! In compenso al Comune «rimangono in organico» una decina di dipendenti da ricollocare e con mansioni da ridefinire, gli stessi che erano dislocati al porto e qualificati marinai...ed io pago!
Il gruppo consigliare di minoranza comunale chiede ed ottiene che venga svolta una perizia tecnica sul valore dei beni conferiti alla Porto s.p.a.; l'incarico viene affidato al dottor Arvigo: la sua analisi approndita è sviluppata su tre ipotesi e la stima minima risulta di 1 miliardo e 400 milioni di lire! Da quel momento inizia un interminabile contenzioso che dà poi luogo ad una causa civile tra Porto Spa e Comune. La causa dura oltre 10 anni e costa centinaia di milioni in spese legali alle casse del Comune e quindi ai contribuenti di Arenzano……ed io pago! Paradossalmente il Comune promuove la causa anche contro il 51 per cento di sé stesso, pagando di conseguenza il 151% delle spese legali...ed io pago!
Nel 1994 la Valle Engineering presenta il progetto di megaporto (il conto è di circa 2 miliardi!) che provoca diffuso dissenso tra la popolazione; l'amministrazione comunale promuove un referendum che boccia il megaporto.
Le dimissioni del Consigliere Uckmar e dell'intero Collegio dei Sindaci dal C.d.A. della società, suggeriscono ad un gruppo di cittadini la costituzione di un comitato che in seguito presenta un esposto alla magistratura. Dopo 6 anni di istruttoria il Tribunale di Genova decide di rinviare a giudizio 12 amministratori della società. Il provvedimento in seguito sarà sospeso dalla legge che ha depenalizzato il falso in bilancio.
Nel 2002 viene interrotta la causa civile e siglato un accordo dove la Porto s.p.a. riconosce al Comune un risarcimento simbolico...e molti altri milioni di spese legali da pagare...ed io pago!
Nel 2005 tutte le imbarcazioni vengono «coattivamente» allontanate dal porto per dare corso ai lavori di ristrutturazione: tutte le barche di piccola dimensione all'ormeggio o posteggiate a secco, prevalentemente appartenenti ad arenzanesi poco facoltosi, difficilmente potranno rientrare nel porticciolo al termine dei lavori.
Come si può intuire dal travagliato percorso descritto, i cittadini di Arenzano, fruitori o non fruitori di ormeggio, hanno sempre e solo pagato i conti delle malefatte politiche ed oggi che il porto è stato «riconformato» si chiedono nuovi pesanti rincari delle tariffe ed anche con modalità che, a prima vista si possono definire stravaganti, in realtà è una maniera appena occulta per vendere i posti barca, almeno per un lungo periodo, in netto contrasto con l'impegno politico di non vendere i posti barca! In tutte le località liguri prossime ad Arenzano i cittadini residenti appassionati della nautica, trovano attenzioni ed agevolazioni tariffarie da parte delle loro pubbliche amministrazioni, anche attraverso convenzioni con i gestori privati (vedi Varazze) ad Arenzano questo purtroppo non sta accadendo perché tutte le strategie e le decisioni importanti sono sempre assunte dall'azionista di minoranza, con il beneplacito dei rappresentanti del Comune...

ma allora a cosa serve possedere il 51 per cento delle azioni se non possiamo decidere nulla? Questi cenni storici, necessariamente sommari e tuttavia perfino prolissi, solo con l'intenzione di dare almeno un' idea di come sono andate le cose ad Arenzano...a proposito di porticciolo.

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