Stefania Vitulli
Cantare, rompere piatti, sperimentare la bioenergetica, affidarsi a un manuale fai da te o ai più tradizionali yoga e massaggi: il tutto in orario d'ufficio. E magari con la benedizione dell'azienda. Obiettivo: abbattere lo stress da lavoro, che a poco più di un mese dalla fine delle ferie si rivela come sempre una delle malattie di stagione più diffuse. In mancanza del telecomando universale del film Click, in cui Adam Sandler interpreta un architetto in carriera che grazie al magico aggeggio riesce a mandare il tempo avanti veloce fino all'agognata promozione o a schiaffeggiare il capo prepotente immobilizzandolo con un fermo immagine, la palma per il metodo antistress più originale va alla Gran Bretagna. Nel planning 2006/2007 dei manager della City e dei bancari londinesi non può mancare l'appuntamento con la nuova moda per rilassarsi: le lezioni di canto.
Una trainer professionista, la cantante Karin Hochapfel, si è infatti vista affidare in breve tempo intere classi di esperti di alta finanza, broker e amministratori cui impartire lezioni per abbassare lo stress da ufficio e riacquistare energia, basate su una miscela toccasana di yoga, esercizi di respirazione, metodo Alexander per il rilassamento, tutti sistemi usati con successo dai cantanti per «riscaldarsi» prima delle performance. Lo scorso anno la Hochapfel - che è già stata docente antistress a Colonia e a New York - ha sciolto la tensione di parecchi cervelli del West End di Londra e quest'anno, visto il successo, farà scendere la pressione nel distretto finanziario di Canary Wharf dove dice di aver rilevato un tasso di stress da lavoro talmente alto che i suoi allievi non riuscivano nemmeno a mantenere a lungo lo sguardo fisso su di lei. Tra le hit del corso: l'Ave Maria di Schubert e Sex, drugs and rock and roll di Ian Dury & the Blockheads.
Se lo stress è un problema per i dipendenti, pare lo stia diventando ancor più per le aziende. I problemi di salute che affliggono soprattutto i manager occupano una parte sempre più rilevante del bilancio: negli Stati Uniti siamo oltre i 200 miliardi di dollari l'anno di spesa e si sfiora il miliardo di giorni di lavoro persi sempre in un anno, mentre in Gran Bretagna siamo intorno ai 4 miliardi di sterline di costi e circa 13 milioni di giorni di assenza per malattia. Cresce l'assenteismo, diminuisce la produttività, aumentano i costi delle assicurazioni e le spese mediche. Inoltre sempre più manager fanno causa alle aziende a causa dei sintomi da stress e li utilizzano per rompere i contratti od ottenerne di più vantaggiosi. Insomma, avere dipendenti stressati non è un buon affare.
Il training canoro è soltanto uno dei metodi antistress «di tendenza» cui le aziende si affidano di recente. Negli Stati Uniti (dove l'American Psychological Association ha stabilito che un dipendente su 4 accusa disagi mentali dovuti allo stress) cresce il numero di aziende che offrono ai dipendenti massaggi e sedute yoga sul posto di lavoro (47 milioni di americani si sono fatti massaggiare come terapia antistress nell'ultimo anno solare, contro i due milioni del 2004/2005), mentre la banca d'affari Usa Lehmann Brothers ha coniato un programma antistress che si propone soprattutto di diminuire l'accelerazione cardiaca e il conseguente aumento di afflusso di sangue al cervello. Funzioni che il corpo scatena per aumentare l'adrenalina e che si rivelano utili nella foresta, se il nemico è un orso, dannose se l'aggressione viene da un virus informatico che manda a monte una notte di lavoro. Le sessioni antistress alla Lehmann Brothers prevedono innanzitutto cinque minuti di silenzio per riportare il cuore in equilibrio; seguono una serie di esercizi mirati a vedere l'ambiente di lavoro amichevole anziché ostile.
La Acuity, una compagnia di assicurazioni del Wisconsin con circa 1000 dipendenti, ha inventato la «culture of fun»: in pausa pranzo, nei caffè intorno all'azienda, si organizzano mini-feste cui vengono inviate le mascotte delle squadre locali. La Pfizer, nella sede di New York, organizza check up ergonomici per correggere la postura dei dipendenti sul luogo di lavoro, oltre a sessioni di stretching e training autogeno per la respirazione.
Se in Nord Europa e nei paesi slavi, soprattutto in Polonia, si è alle prese con il miglioramento delle condizioni dell'ambiente di lavoro - sostituzione delle luci artificiali con ampie vetrate, diminuzione del rumore, correzione dei cromatismi di pareti e arredi fino all'aromaterapia - per diminuire un stress di tipo fisico, in Oriente il nemico numero uno è lo stress psicologico. Oltre al tradizionale, e pare efficace, Tai Chi Chuan, praticato da centinaia di impiegati ogni mattina nelle piazze e nei parchi di tutta la nazione prima di recarsi al lavoro (metodo importato con successo anche da noi sotto l'etichetta new age), in Cina è aperto da poco il «Rising Sun Anger Release Bar», a Nanchino, dove i camerieri indossano rinforzi di protezione e si sottopongono a un training psicofisico. Questo perché ai clienti - quasi tutti impiegati, tra cui molte donne, appena usciti dall'ufficio - è permesso far travestire uno dei venti componenti del personale in modo che assomigli al proprio capo o al collega più detestato e poi picchiarlo, oltre che rompere bicchieri, il tutto per smaltire la rabbia repressa sul posto di lavoro.
Più casalingo e del tutto impraticabile in azienda il metodo del ristorante filippino Isdaan a Gerona, tre ore di viaggio a nord di Manila: per trenta centesimi di dollaro si possono scagliare piatti a volontà contro il «muro della furia». Sono disponibili anche vasi e bocce di vetro, mentre per la favolosa cifra di venticinque dollari vi verrà messo a disposizione un intero televisore da lanciare accompagnato dal vostro urlo migliore.
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