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Truffe, sprechi e falsi rimborsi lo scandalo dei rifiuti d’oro

ECCESSI Il super presidente Passerelli al centro di un discusso «conflitto di interessi»

Truffe, sprechi e falsi rimborsi lo scandalo dei rifiuti d’oro

RomaRicordate lo scandalo Ama International? Quello della società del comune di Roma che doveva risolvere il problema dei rifiuti a Dakar e che, per i suoi disservizi, contribuì a diffondere l’epidemia di colera sprofondando poi in un mare di debiti? Bene (si fa per dire). Oggi va in scena la seconda puntata del malaffare Ama ai tempi di Veltroni: parliamo degli sprechi vergognosi di Ama-Servizi Ambientali, l’azienda venuta al mondo con la giunta di centrosinistra con l’obiettivo di estendere la raccolta dei rifiuti oltre il raccordo anulare.
Per avere un’idea dello scandalo su cui una commissione interna dell’Ama sta ora cercando di fare chiarezza, occorre partire dal curioso «conflitto di interessi» di Antonio Passerelli, attuale presidente di Ama Servizi Ambientali, la controllata dall’azienda municipalizzata romana che si occupa di immondizia. Il responsabile della srl fino al 2000 era amministratore unico dell società Ecoflora che si occupa - come si legge nell’oggetto sociale della srl - della manutenzione e realizzazione di aree verdi nel settore sia delle opere pubbliche sia di quelle private «con particolare riguardo per le potature e la manutenzione delle piante di altofusto». Nel 2006 la capofila Ama-Servizi Ambientali, proprio per la manutenzione del verde a Roma e nel Lazio, costituisce con una ricerca di mercato (quindi senza gara d’appalto pubblica) un’Ati proprio con Ecoflora consorziata alla Cooperativa 29 giugno, formata da ex detenuti e vicina al Pd.

IL SUPER PRESIDENTE

Guarda caso sempre nel 2006 Passerelli viene nominato dall’allora sindaco Walter Veltroni consigliere di amministrazione di Ama, la controllante di quell’Ama Servizi Ambientali che si era unita insieme alla società di cui lui era stato amministratore unico. Il conflitto di interessi si aggrava nel momento in cui a dicembre dello scorso anno Passerelli viene nominato presidente proprio di Ama-Servizi Ambientali e la sua stessa ex società Ecoflora ottiene un rinnovo del contratto da tre milioni di euro (rispetto al milione e rotti precedente). Da notare lo «squilibrio» di quote all’interno dell’Ati fra le due aziende consorziate: Ecoflora possiede il 90 per cento e Ama-Servizi Ambientali appena il dieci.

RIMBORSI FARAONICI

Capitolo interessante sul fronte sprechi è quello dei rimborsi chilometrici dovuti ai controllori dei cantieri dell’Ama-Servizi Ambientali, tutti ex dipendenti della municipalizzata romana. Gli «ispettori» chiamati a verificare il lavoro sul campo degli spazzini dei comuni in cui l’azienda gestisce la raccolta dei rifiuti. A fronte di uno stipendio medio di «cortesia» di cinquecento euro a testa (sotto forma di contratto a progetto) i collaboratori dell’Ama intascando fino a quattromila euro al mese come «rimborsi Aci», su cui ovviamente le tasse non vengono pagate. Ma c’è di più. Questi rimborsi sono stati liquidati per anni sulla fiducia: nessun controllo sulla strada effettivamente percorsa, nessuna verifica da parte dell’azienda che ordinava l’esborso in cassa sulla base di mere autocertificazioni autografe. Scorrendo l’elenco dei «riepilogo spese chilometriche» dei controllori Ama in giro per la regione si scopre un’attività stakanovista, frenetica al punto da segnalare 300 chilometri al giorno, tutti i giorni, compreso Ferragosto e feste comandate. Stesso discorso per i «dipendenti» dell’Ama che vengono distaccati presso la controllata Ama-Servizi Ambientali. Un operaio, classificato «livello 6», arriva a percepire 98mila euro l’anno, grazie a un rimborso spese esentasse di oltre 30mila euro. Nonostante il bilancio sia in attivo di poche migliaia di euro, Ama Servizi-Ambientali non ha mai emesso fattura (pari a 110mila euro) per farsi rimborsare gli stipendi dei dipendenti distaccati in altri enti pubblici per l’anno 2008.

L’ISOLA DEI DISSERVIZI

Nel mare di sprechi non si può non parlare dell’isola di Ventotene, 708 abitanti per un chilometro di superficie. Qui due zelanti operatori ecologici ogni giorno devono guidare sette differenti mezzi (spazzatrici, compattatori, scarrabili). Il costo del nolo di due camion, nei primi sei mesi del 2009, è stato di oltre ventimila euro (gli altri cinque sono del Comune o dell’azienda). La manutenzione, sempre nel semestre in questione, arriva a quota 27mila mentre per il carburante sono stati spesi 4.619 euro. Da notare poi che tra gennaio e luglio l’aumento dei costi per il servizio è di appena 189 euro nonostante nella stagione estiva il numero dei residenti superi le quattromila unità.

LA BENZINA COSTA

Tra le spese pazze di Ama-Servizi Ambientali spiccano quelle per il carburante nelle località laziali che si affacciano sul mare. A Santa Marinella, ad esempio, il costo del servizio di raccolta rifiuti e pulizia delle strade aumenta di 12mila euro da gennaio a luglio. La cosa strana però è che il novanta per cento dei costi aggiuntivi (9.200 euro) dipende dalla benzina nonostante il numero dei camion in servizio sia inferiore come si evince dal contratto di noleggio sia di duemila euro più basso. Stessa storia a Formia, dove il minor impiego di automezzi comporti una spesa per la benzina di 4mila euro in più. E che dire di Ladispoli: qui la spesa del servizio, anziché aumentare con l’arrivo dei romani in vacanza, diminuisce di 4mila euro.

NOLEGGI SPAZIALI

Ogni anno tra noleggio e manutenzione la Srl Ama-Servizi Ambientali spende la bellezza di tre milioni e mezzo di euro (2milioni per l’affitto, 1 e mezzo per le riparazioni). Il record è a Canale Monterano dove anziché andare al concessionario e acquistare per 9mila euro un Ape nuova, da anni la società preferisce sborsare 580 euro al mese. Senza manutenzione così come il camioncino scoperto «Cr» del 2003 costa a tutt’oggi 1.072 euro al mese. E ancora. A Valle dell’Olio, provincia di Rieti, l’Ama stacca ogni mese un assegno di 2.300 euro per il noleggio di tre mezzi (due furgoncini e un Ape).

CONTRATTI IN PERDITA

Come detto l’Ama-Servizi Ambientali, nell’era Veltroni, ha cercato di espandersi più che ha potuto trovando terreno fertile soprattutto in piccoli e medi centri amministrati dal centrosinistra. Ed è qui che la situazione è in rosso fisso. Due esempi saltano agli occhi. Per l’Unione della Bassa Sabina la srl ricava, ogni sei mesi, 315mila euro a fronte di una spesa, per il solo servizio sul territorio, di 392mila euro. L’azienda lavora «in perdita» un po’ ovunque, come ad Antrodoco dove il contratto di 71mila euro non basta nemmeno a coprire i costi che arrivano a 76mila.

Questo senza considerare i costi vivi, vivissimi, dell’intera struttura Ama-Servizi Ambientale.

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