Occhio alla truffa del "+49": basta uno squillo per veder svuotato il conto

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di telefonate malevole provenienti da numeri con prefisso nazionale tedesco

Occhio alla truffa del "+49": basta uno squillo per veder svuotato il conto
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Tra tentativi di contatto via mail, tramite Sms e via WhatsApp, ormai non c'è modo di stare tranquilli e sentirsi al riparo dai truffatori, in grado di architettare inganni sempre più articolati e credibili per far cadere nella propria rete ignare vittime.

Anche la "classica" telefonata può diventare lo strumento perfetto per aprire la strada a frodi di vario genere, e negli ultimi tempi gli utenti hanno segnalato l'incrementarsi di casi di chiamate malevole provenienti in apparenza dalla Germania in quanto introdotte dal prefisso nazionale (+49). Talvolta è sufficiente anche solo un semplice squillo senza risposta: la persona dall'altra parte del telefono, ignara dei rischi che corre, richiama e viene indirizzata a un servizio a pagamento che addebita tariffe elevate, prosciugando il credito dell'obiettivo di turno.

Associate al sopra citato prefisso sono state denunciate anche telefonate in cui vengono falsamente proposti dei lavori o addirittura fantomatici premi in denaro, ma sono numerose anche le cosiddette truffe romantiche, che in genere rispetto alle altre forme di raggiro hanno bisogno di tempi più lunghi prima di arrivare alla richiesta esplicita di denaro. Purtroppo, tuttavia, non basta evitare le chiamate provenienti da un numero introdotto dal +49, dal momento che, come segnalato dalla polizia postale, anche il nostro prefisso nazionale +39 viene sempre più di frequente utilizzato dai truffatori: in questo caso tra le frodi più frequenti c'è quella introdotta dalla frase "Abbiamo ricevuto il tuo curriculum". Facendo leva sulla disperazione della gente alla ricerca di lavoro, la frode consiste in realtà in un messaggio registrato che invita la vittima a proseguire una conversazione via chat che spalanca poi le porte ai malviventi.

Particolarmente insidiosi i casi di vishing, ovvero la "voice phishing", nei quali il truffatore si spaccia per un'istituzione fidata, che può essere un Ente o un istituto di credito, per indurre la vittima con tecniche di ingegneria sociale a fornire dettagli sensibili, come dati bancari, password o informazioni personali, così da sottrarre denaro o mettere a segno furti di identità. A volte è la stessa vittima che contatta i truffatori, prendendo sul serio le informazioni allarmistiche arrivate via Sms o tramite e-mail.

Sempre più diffuse e insidiose anche le frodi che fanno leva sulla volontà degli italiani di risparmiare sulle bollette di energia e gas. I malviventi si spacciano per operatori dell'Arera o di Enti locali per proporre soluzioni più vantaggiose alla vittima, spinta così a comunicare dati sensibili come il Pod o direttamente l'Iban per ottenere un fantomatico rimborso: nel primo caso si stipula un nuovo contratto, spesso e volentieri più pesante di quello precedente, nel secondo il rischio è quello di vedersi svuotare il conto.

L'unico modo di difendersi è quello di restare informati sulle truffe più diffuse e di diffidare di ogni genere di comunicazione in cui vengono richiesti i propri dati personali: qualora siano la banca, un operatore dell'energia, del gas o del telefono oppure addirittura un fantomatico Ente a contattarci, la cosa migliore da fare è interrompere ogni genere di comunicazione e telefonare direttamente al

numero clienti o a quello di assistenza per verificare la bontà della presunta segnalazione. Se l'avviso arriva tramite messaggio o e-mail, infine, non bisogna mai cliccare su link o allegati, sempre potenzialmente pericolosi.

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