Andrea Nativi
Dopo 13 giorni di combattimenti e almeno 2.500 raid aerei israeliani, la domanda che ci si pone negli stati maggiori di Tsahal riguarda il livello di distruzione e logoramento inflitto a Hezbollah. E anche se qualche portavoce ha ottimisticamente dichiarato che oltre il 50% dellarsenale di razzi dei guerriglieri sarebbe stato distrutto, la situazione reale appare molto meno confortante.
Hezbollah ha sparato su Israele oltre 1.200 razzi di vario calibro e, a dispetto degli sforzi di Tsahal, riesce ancora oggi a tirarne 80-90 al giorno. Si tratta beninteso di numeri e di armamenti che sotto il profilo puramente militare e strategico hanno scarso significato: non provocano significative distruzioni né molte vittime, ma impongono una formidabile pressione psicologica sulla popolazione e di riflesso sul governo israeliano. E limpotenza della formidabile macchina bellica israeliana sta diventando imbarazzante. Del resto i comandanti militari non si facevano illusioni, ben conoscendo labilità di Hezbollah nel nascondere, muovere e impiegare le proprie armi. Se i guerriglieri disponevano di 12-13.000 razzi allinizio del conflitto, è probabile che ne posseggano ancora diverse migliaia. Del resto eliminare una postazione di razzi alla volta è un'impresa sistematica che richiede moltissimo tempo e uno spiegamento di forze eccezionale.
Lintervento più efficace è sicuramente dal cielo: si va a colpo sicuro se lintelligence individua qualche deposito (come è accaduto a Balbeek e nella valle della Bekaa), altrimenti ci si affida sulla sostanziale riduzione dei tempi che intercorrono tra la scoperta del bersaglio e lintervento di aerei, elicotteri e artiglierie (sensor to shooter, dal sistema d'avvistamento al grilletto) resa possibile da nuove tecnologie e procedure. Oggi i tempi si misurano in minuti. Tuttavia, come già accadde agli statunitensi nella prima guerra del Golfo, nel 1991, la caccia ai lanciamissili mobili è davvero una «missione impossibile». Diventa persino difficile sapere con certezza quanti razzi vengono eliminati, anzi, in qualche caso, in mancanza di esplosioni secondarie significative, è arduo sapere cosa si è effettivamente centrato. E Hezbollah continua a lanciare i suoi proiettili, di giorno e di notte. Del resto per trasportare e mettere in posizione un razzo da 122 mm bastano due-tre persone, che non hanno neanche bisogno di trasportare la loro arma, perché magari è stata nascosta nel punto opportuno con settimane di anticipo.
Laeronautica israeliana ha avuto un maggiore successo nel condurre una campagna di interdizione lungo il confine tra Libano e Siria per cercare di impedire il rifornimento di nuovi razzi verso sud. I bersagli erano strade, ponti. Per lo stesso motivo sono stati attaccati diversi aeroporti e piste datterraggio dove si teme possano arrivare aerei cargo che in passato hanno trasportato armi e materiali dallIran, direttamente o via Siria. Tuttavia non è possibile sigillare ermeticamente il confine operando dal cielo, anche con il supporto delle forze speciali infiltrate dietro alle linee.
E se questo vale per lartiglieria di Hezbollah, figuriamoci per la fanteria.
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