Il tumore si cura anche in casa ma serve vigilanza sui farmaci

WEB In questi mesi si sta sviluppando un nuovo fenomeno: l’acquisto illegale di farmaci su internet

Con la nascita dell’Europa del farmaco, e la costituzione dell’EMA (European Medicines Agency), è venuto a cambiare radicalmente il ruolo delle Agenzie regolatorie nazionali: la stessa legislazione sul farmaco si conforma alle direttive europee e persino la registrazione dei farmaci, a maggior ragione se innovativi, segue invariabilmente la procedura centralizzata.
Da questo però non discende che le agenzie nazionali abbiano competenze meramente residuali. C’è, ed è sempre più centrale, il problema della determinazione del prezzo dei farmaci, che è ancora un elemento chiave per la gestione dei servizi sanitari universalistici, ma non soltanto questo. In realtà, per molti aspetti, è proprio ora che si apre una nuova era per l’Aifa - Agenzia Italiana del farmaco - e per le sue consorelle. La farmacovigilanza è da sempre uno dei settori in cui l’Italia sconta il maggiore ritardo, come prova anche il numero di segnalazioni delle reazioni avverse ai farmaci, più basso non soltanto rispetto allo standard fissato dall’OMS, ma anche rispetto alle medie degli altri Paesi europei. Occorre che l’Aifa si faccia promotrice di azioni di monitoraggio, incentivando la segnalazione non soltanto da parte degli operatori sanitari, ma anche dei cittadini. Un’iniziativa già avviata nel recente passato, ma che oggi langue e va ripresa, anche alla luce degli sviluppi di un altro fenomeno: l’acquisto illegale di farmaci on-line.
Il ruolo del farmaco nel processo di cura è sempre stato centrale, ma oggi convergono a renderlo ancor più cruciale due aspetti che procedono parallelamente. Il primo è la disponibilità di trattamenti farmacologici che consentono di affrontare sul territorio patologie che un tempo richiedevano necessariamente l’ospedalizzazione: persino in ambito oncologico, la disponibilità di antitumorali per via orale rende praticabile il trattamento al domicilio. Il secondo aspetto è la territorializzazione dell’assistenza. Di qui una situazione nella quale il controllo della catena del farmaco, l’attenzione a tutti gli aspetti che possano mantenere sicuro il suo utilizzo divengono ancora più importanti.
Un semplice confronto con il sito Internet della britannica MHRA Medicines and Healthcare products Regulatory Agency mostra con grande chiarezza quale possa e debba essere il rapporto tra un’Agenzia del farmaco e i gli operatori sanitari. Emerge chiaramente il ruolo di consulente e partner che l’Agenzia riveste per gli operatori sanitari, un rapporto che si declina anche in funzione delle specialità e si allarga ai medical device. Al di là delle competenze specifiche delle Agenzie regolatorie, soggette a variare da uno stato all’altro, resta il fatto che oggi si deve puntare a una maggiore interazione con i professionisti della salute, ad un rapporto costante che si traduca in un flusso di informazioni bidirezionale, ad un feedback che permetta di migliorare sicurezza ed appropriatezza. A questo proposito è bene non trascurare un aspetto destinato a rivoluzionare tutta l'informazione medico-scientifica in Italia e, in particolare, quella del farmaco. Di qui a pochissimi anni, tutti i farmaci prescritti sul territorio non saranno più coperti da brevetto. È facile prevedere che a questo potrebbe corrispondere un abbandono dell’informazione sul prodotto da parte delle aziende produttrici e questa informazione, piaccia o meno, è stata spesso la sola che ha raggiunto il medico pratico.

Ma questi farmaci continueranno ad essere impiegati, a ragione, e anzi vedranno aumentare la platea degli utenti per effetto dell'invecchiamento della popolazione. Si pone dunque il problema di continuare ad informare il medico sui medicinali che quotidianamente prescrive.
*Membro del CDA dell’AIFA

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