Massimo Introvigne
Massimo DAlema ha espresso una posizione tendenzialmente favorevole alla prosecuzione del negoziato fra la Turchia e lEuropa, ribadendo però nel contempo ad Ankara le solite richieste dellUnione Europea in materia di amnistia e autonomia curda. Ora, sono precisamente queste richieste che a prescindere dalla questione stessa del negoziato fanno correre allEuropa il rischio di perdere lalleato turco, cruciale per lintera questione del Medio Oriente. Ad Ankara governa il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Ak), lunico partito musulmano storicamente fondamentalista che nel 2001 ha compiuto una «svolta di Fiuggi», ha ripudiato formalmente il fondamentalismo, sostituito con la formula «democrazia conservatrice», e presentato un programma innovativo in materia di diritti delle donne e delle minoranze religiose e di tolleranza zero verso il terrorismo.
In Turchia lEsercito gode costituzionalmente di estesi poteri ed è il tradizionale custode della severa eredità laicista di Kemal Atatürk. Ma fra Esercito e Ak pur tra inevitabili frizioni è stato stipulato un tacito patto: i militari lasciano che lAk governi e introduca nella vita politica turca alcuni elementi religiosi; lAk garantisce ai militari migliori rapporti con lEuropa cui può presentarsi come governo democratico legittimato dal voto popolare. Questo modello può costituire un esempio virtuoso per molti Paesi islamici su come fuoriuscire sia dal fondamentalismo sia dalle dittature militari.
Oggi tuttavia dense nubi si vanno addensando sulla Turchia. Le voci di un possibile colpo di Stato militare sono esagerate, ma certamente una parte dellEsercito accusa il primo ministro Erdogan di non avere mantenuto la sua parte del «contratto»: i rapporti con lEuropa negli ultimi mesi sono peggiorati, il che ha permesso sia al terrorismo ultra-fondamentalista islamico sia a quello comunista curdo di rialzare la testa.
Il governo Erdogan ha commesso i suoi errori per esempio ricevendo i rappresentanti del governo di Hamas in Palestina (una mossa azzardata, anche se in qualche modo richiesta dalla base che vota Ak, certo meno matura del suo vertice) ma quello che sembra sfuggire a DAlema è che è lEuropa ad avere le responsabilità maggiori. Le richieste europee di amnistie e autonomia per i separatisti curdi in gran parte legati al Pkk di Ocalan, un movimento terrorista comunista responsabile di almeno quarantamila morti sono provocatorie per la Turchia.
Nonostante le dichiarazioni di DAlema, il fatto che un amico personale di Erdogan come Berlusconi non sia più al governo in Italia, dove ci sono invece ministri di partiti che mantengono da anni rapporti con il gruppo comunista di Ocalan, spaventa sia i militari sia i politici. Lincertezza sui rapporti con lEuropa ha portato a una fuga di capitali stranieri che ha bruciato in due settimane quasi un miliardo di dollari. Con una serie di giochetti anti-americani lEuropa rischia di perdere la Turchia. I turchi devono anzitutto reagire da soli, anche muovendosi con più cautela su questioni come quella di Hamas. Ma lItalia ha in Turchia fortissimi interessi economici.
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