La Turco dà via libera alla pillola per abortire

La responsabile della Sanità propone anche che i farmacisti possano distribuire quella «del giorno dopo» senza ricetta

da Roma

Via libera alla pillola abortiva e apertura alla distribuzione della pillola del giorno dopo senza ricetta. Il neoministro della Salute, Livia Turco, proprio mentre inaugura un reparto di maternità all’Umberto I di Roma illustra il suo punto di vista sull’interruzione di gravidanza farmacologica.
Non ci sono motivi per ostacolare la somministrazione della pillola abortiva Ru486, dice la Turco. Sempre però all’interno delle indicazioni della legge sull’aborto e senza alcuna «sperimentazione selvaggia». L’allusione alla legge sull’aborto dovrebbe assicurare che la somministrazione del farmaco avvenga sempre sotto controllo e in regime di ricovero ospedaliero.
«Sono favorevole alla pillola come metodica alternativa e sicura per la salute della donna ma nell'ambito della legge 194», spiega il ministro. Anche in questo campo dunque il governo Prodi appare intenzionato a disfare quanto deciso dall’esecutivo precedente. Sia il ministro della Salute Girolamo Sirchia, sia il suo successore, Francesco Storace, avevano sostanzialmente ostacolato l’importazione e la libera commercializzazione della Ru486 non ritenendola sicura anche se va precisato che in molti Paesi europei la pillola viene usata da anni e viene venduta anche in farmacia.
Turco spiega poi che esaminerà anche la questione della pillola del giorno dopo. «Come sono per il parto senza dolore così sono per l'interruzione di gravidanza, che già è un fatto drammatico per le donne, con metodiche meno invasive e dolorose», spiega il ministro che si propone di potenziare la legge 194.
Per tutte le donne che devono affrontare il parto la Turco pensa ad inserire nei livelli essenziali di assistenza (Lea) l’anestesia epidurale, mettendo a punto anche un provvedimento che garantisca un parto sicuro ed indolore per tutte le future mamme, riducendo invece il numero dei cesarei che in Italia è più alto rispetto alla media europea.
«L’Italia ha due buone leggi - dice la Turco -: quella sull’aborto, la 194, che deve essere pienamente applicata soprattutto puntando sulla prevenzione, e la legge sui consultori. Vanno potenziate, ma è necessaria anche una legge che promuova e aiuti le nascite, favorisca il parto sicuro e naturale, tuteli la salute della donna e del bambino».


Secondo la Turco «su questi temi si sono fatti dei passi indietro negli ultimi anni» e oltretutto ritiene che in tema di maternità «siano aumentate le diseguaglianze: in Europa nei primi tre mesi di vita del bimbo le donne hanno diritto all'assistenza domiciliare. Dobbiamo andare in questa direzione». Il ministro lavorerà a un Progetto-obiettivo sulla salute della donna e la tutela della maternità, per aggiornare quello messo a punto dall'ex ministro della Sanità Rosy Bindi.

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