La Turco: «Gli embrioni hanno dignità umana»

da Milano

«L’embrione ha dignità umana, bisogna trovare una risposta a chi mi chiede conto del destino di questa vita potenziale. Possiamo pensare a rendere adottabili gli embrioni in esubero. E dicendolo spero di non suscitare scandali a sinistra...». E invece sì, la proposta di Livia Turco è ancora fresca di stampa e già si grida allo scandalo, proprio a sinistra, nella coalizione che la sostiene. Del resto, non capita tutti i giorni sentire un ministro della Salute “rossa” dichiarare senza esitazioni quello che sente dentro, forse più come donna e mamma che come titolare di un dicastero prodiano. Eppure La Turco lo ha detto chiaro e tondo, nell’intervista al settimanale Grazia oggi in edicola, ciò che pensa in fatto di embrioni. Adottiamo, cioè regaliamo alle donne infertili che sognano un bambino, quelle migliaia di embrioni congelati spesso abbandonati e dimenticati. Niente manipolazioni, niente esperimenti su quelle vite potenziali, ma solo un atto d’amore per rendere felici delle future mamme. Il quadro, quasi poetico, potrebbe scatenare persino il plauso della Chiesa. Per il momento ha sollevato le ire della sinistra radicale: «La proposta della ministra della Salute lascia allibiti – afferma il senatore Prc Salvatore Bonadonna - lascia senza parole chiunque non sia accecato dalle culture integraliste. Se il tema non fosse drammatico ci sarebbe da ridere all’idea che questa entità, a cui la ministra riconosce dignità umana, possa essere offerta in adozione. E visto che siamo in epoca di mercato - si chiede Bonadonna - perché non creare una borsa dell’embrione che si può comprare e vendere?».
Critiche dure, ma la Turco tira dritto per la sua strada e cesella la sua proposta: «Quella di regalare ad altri un embrione che tu non puoi o non vuoi utilizzare mi sembra una buona idea, al di là della sua fattibilità reale: una donna che regala all’altra la possibilità di un figlio. È un gesto forte, e insieme un modo per stabilire un principio etico: non si possono manipolare, bisogna averne cura». Il messaggio indiretto alla sperimentazione è chiaro. Ma per Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Concioni, sembra uno stop alla evoluzione scientifica. «Spesso gli embrioni sovrannumerari non sono impiantabili - spiega - spero che il ministro si voglia anche porre il problema della donazione di quegli embrioni a fini di ricerca. Come associazione siamo a buon punto nell’organizzazione dell’esportazione di tali embrioni verso centri di altri Paesi, nei quali la ricerca scientifica non è vietata».
Il dibattito è appena iniziato e già si fa rovente. Come il giudizio della Turco sulla legge 40 che regola la fecondazione assistita. «A questa legge riconosco il merito di avere stabilito regole certe in un ambito in cui, prima, tutto era possibile. Se però mi si chiede un giudizio emotivo, dico che non mi piace. Perché sta rivelando tutti i suoi limiti. Da quando è stata varata, la percentuale di successo degli interventi di fecondazione è diminuita e sono aumentati gli aborti spontanei, molti dovuti agli impianti plurimi. Trovo assolutamente crudele, perché rischioso per la salute della donna, l’obbligo dell’impianto di tutti gli embrioni prodotti. Un obbligo dettato dal divieto di congelarli o eliminarli».

La posizione è chiarissima e si rifletterà sulle nuove linee guida della 40 che entro ottobre la Turco dovrà presentare. Altra storia, invece, la legge sull’interruzione di gravidanza. Quella che la Turco giudica «attuale e saggia», dunque, intoccabile.

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