Il turismo punta su comunicazione e servizi

È necessario studiare nuove sinergie per migliorare l’offerta e attirare più visitatori

L’Italia del turismo zoppica, e si vede. Il Belpaese, tutto, cerca il riscatto; le idee ci sono, gli obiettivi da raggiungere anche. Ci vuole ora collaborazione tra le istituzioni, i tour operator, gli enti, le regioni e gli operatori della comunicazione per rilanciare il settore. Queste e altre considerazioni sono emerse ieri mattina durante il convegno organizzato dal Gist, il gruppo regionale del Lazio della stampa turistica. Al convegno, patrocinato dall’Ordine dei giornalisti, in collaborazione con il Dipartimento del Turismo presso la Presidenza del Consiglio e in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma, erano presenti, tra gli altri, il capo del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, Angelo Balducci, il presidente del Gist Stefano Passaquindici e una nutrita rappresentanza della stampa estera. Grandi assenti, se pur per impegni istituzionali, i rappresentanti degli enti locali e delle regioni. Pur restando il nostro un Paese ambito dal turismo internazionale con il 12% del Pil, sono tante le mancanze e gli scivoloni che la stessa stampa estera ci ha rimproverato. Il «carrozzone» è lento e - come ha detto Balducci - «la frammentazione dell’offerta è un elemento che disorienta». «Per proporre l’Italia è necessaria una strategia comune condivisa con le regioni». La Spagna ci bacchetta e mostra tutta la forza della propria organizzazione. Quali sono i «gap» che devono essere colmati? Il fattore più critico è la qualità dei servizi: il gradimento del soggiorno, nella gran parte dei casi, è piuttosto basso e il turista non torna due volte nel nostro Paese. Come se non bastasse, lo straniero lamenta anche una scarsa cortesia, collegamenti difficili, beni culturali e musei poco accessibili. Queste e altre sono le lamentele che rilevano dal sondaggio elaborato dallo stesso Gist sulla base di 522 soci dell’Associazione della Stampa estera. Oggi l’Italia vuole uscire fuori e mostrare i muscoli. Il Belpaese presto avrà dalla sua un osservatorio del turismo che si occuperà di fornire dati in tempo reale e aiutare così gli operatori del settore per avere informazioni utili e analisi di mercato. In un’epoca in cui si rimpiange il vecchio ministero del turismo, una finanziaria che propone risorse «piccole ma significative» e una comunicazione più mirata possono cambiare le cose. In programma - riferisce sempre Balducci - «anche alcune mosse strategiche per migliorare le piccole e medie strutture alberghiere che ricoprono una grossa fetta del mercato».

Per dimostrare che non siamo solo «pizza, sole e mandolino» saranno intensificati i settori di grande interesse come il cicloturismo che richiede percorsi funzionali per gli appassionati delle due ruote, l’indiscusso amore per le nostre montagne e i circuiti del golf che oggi non sono poi così d’élite.

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