Tursi come Fini Tradito il testamento sull’ospizio

di Ferruccio Repetti

Un testamento tradito. Un altro. Cioè, sì: è un po’ come quella storia di cui non si capiscono ancora i fini (maiuscolo...) che riguarda Montecarlo e i Caraibi. Solo che questa storia qui che vi raccontiamo oggi è, come dire?, pan di casa, roba «de noantri». Tutt’altro che lidi esotici e vertici istituzionali: riguarda Sampierdarena, dalle parti di via Fanti, e l’amministrazione locale. Non per questo è meno straordinaria. Di mezzo, c’è un testamento milionario, fin da allora, il lontano 1893, quando la signora Caterina Scaniglia fu Angelo, vedova del Cavaliere Avvocato Giambattista Tubino, decide di mettere nero su bianco le sue ultime volontà. Stabilendo, in particolare, di concedere un lascito per la realizzazione di un ospizio, che avrebbe poi assunto il nome della benefattrice.

Con alcune clausole precise, volute direttamente dalla signora Caterina e fedelmente riportate nello «Statuto organico» dell’Opera Pia. Che, ad esempio, stabilisce - e questo è il nocciolo della questione, che fa parlare oggi di «tradimento» - come il Ricovero Scaniglia-Tubino (...)

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