Poche storie. I giornali catalani (da quelle parti la distinzione non è solo geografica ma anche editoriale) hanno puntato i loro titoli, come bocche di cannone, contro l'arbitro portoghese di Inter-Barcellona Benquerennça. Sentite la sequenza: prima pagina del Mundo Deportivo, «Rapina" lo strillo enorme in prima pagina; lo Sport dopo una didascalia molto partigiana parla addirittura di «Robo a l'italiana», cioè furto all'italiana. Al fischietto portoghese, presentato tra l'altro come "fedele amico di Mourinho", vengono addebitati solo gli errori pro-Inter disquisenso sul gol in fuorigioco del 3 a 1e segnalando "i due rigori negfati, uno a Piquè, l'altro a Dani Alves" . Solo i giornali di orientamento madridista, cioè As sottolineano gli errori commessi anche contro l'Inter (Milito fermato in fuorigioco inesistente etc:) mentre Marca, quasi con un sospiro di sollievo, segnala ai suoi lettori che «Mourinho è più vicino a Madrid» giocando sulla finale che si gioca al Bernabeu e sul fatto che il Real può tentarlo a fine stagione.
Questo è il panorama completo. E come si capisce al volo possiamo dire che tutta la stampa è paese. Dalle nostre parti, per molto meno, viene scritto di peggio e vengono insinuati sospetti peggiori (arbitro non amico ma addirittura comprato,ndr). Non solo ma anche i protagonisti sono all'altezza del circuito mediatico. In questo caso almeno Guardiola e il suo presidente La Porta si sono comportati da autentici gentiluomini. Neanche una parola, alla fine, sull'arbitro e sugli episo discussi ma elogio dichiarato e convinto delle qualità del rivale, l'Inter.
La speranza che è che l'episodio possa servire di lezioni per il nostro calcio che ha nelle vene il veleno di calciopoli e non si è ancora liberato dei suoi effetti perversi.
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